Caro spettatore (in)esperto e indeciso di Woody Allen: questo articolo è per te, per iniziarti alle travolgenti satire di uno dei registi più famosi di tutti i tempi.
Woody Allen è sicuramente uno dei registi più conosciuti al mondo, anche grazie alla sua cifra stilistica inconfondibile che caratterizza ogni suo film, una poetica portata avanti per più di 50 anni. Nelle sue commedie, miscela il tradizionale umorismo della cultura ebraica con il suo spassionato amore per la Grande Mela, New York, la sua città del cuore.
Dietro a quelle che all’apparenza sembrano delle commedie leggere, si nasconde un’intelligente satira nei confronti della sua più consistente fetta di pubblico: la borghesia, con i suoi drammi e capricci. In sostanza, quello che potrebbe sembrare agli occhi di molti un simpatico film con pellicce e gioielli, è in realtà un gentile schiaffo in faccia alle poltrone paganti.
Le sue argute battute prendono di mira anche gli intellettuali, a volte chiamando in causa gli stessi autori come nel famoso caso di McLuhan, e quelli comunemente chiamati radical chic, categoria in cui lui stesso si identifica.
Caratterizzante di questi lavori è anche la scelta del protagonista, nella maggior parte dei casi Woody Allen stesso, e, nelle produzioni più recenti, sue personificazioni. Sono proprio le sue ansie e le sue paure a trasformarlo in un tipo stereotipato ma allo stesso tempo completamente originale. Sarà forse questo il motivo di un successo così duraturo?
Comunque vada, ben presto sulla mensola dei premi di Allen si aggiungerà un nuovo trionfo poiché è in produzione il suo 50esimo film (accuratamente documentato sul suo neonato account Instagram), un record strabiliante che va celebrato in anticipo.
Nonostante le ricorrenti scelte stilistiche, tra i suoi 49 titoli ce ne sono alcuni che si distinguono dagli altri per tematiche e completezza: in questo articolo abbiamo fatto una selezione, in base alle caratteristiche e allo stato d’animo dello spettatore.
Caro spettatore (in)esperto di Woody Allen: questo articolo è per te, per iniziarti alle travolgenti satire di uno dei registi più famosi di tutti i tempi. Non ti resta che chiederti: che cosa vorrei oggi?
Manhattan, se ti senti infelice e non trovi soluzioni
Un autore televisivo in difficoltà con la stesura del suo primo romanzo vive una relazione con una ragazza molto più giovane di lui e la incoraggia e proseguire gli studi a Londra; nel frattempo si innamora di un’artista che a sua volta ha una storia con un suo amico. I due iniziano a frequentarsi ma la cosa degenera in infelici decisioni. Questo film del 1979 ha reso Allen così scontento da chiedere di non proiettarlo, e invece divenne uno dei suoi più grandi successi.
Si tratta del primo film in cui utilizza il bianco e nero con un chiaroscuro che richiama i celebri primi piani di Bergman. Il tema centrale del libro che il protagonista cerca di scrivere è proprio il rapporto con la sua città che, in questa fase non ancora pienamente matura del lavoro di Woody, si traduce in cultura, mostre e scorci mozzafiato, e una sequenza finale in cui elenca le cose per cui vale la pena vivere.
Criminali da strapazzo, per chi è appassionato di biscotti e crimini
Un criminale incallito e depresso decide di preparare un colpo da maestro comprando un locale accanto ad una banca, la moglie lo adibisce ad un negozio di biscotti, mentre nel sotterraneo si trapanano muri per creare un tunnel. Il colpo fallisce ma l’attività di biscotti ha così tanto successo da rendere ricchi tutti i membri della banda che faticano a trovare il proprio posto nella società, nutrendo ancora nostalgia per la vita criminale.
Un susseguirsi di gag spassose caratterizza questa commedia del 2000 in cui si personificano i valori culturali americani e si sbeffeggia la classica storia di successo alla The world is yours. Qua la critica sociale assume toni grotteschi e si fa sicuramente meno velata, accompagnando perfettamente le rozze personalità dei protagonisti, i cui soldi possono comprare quadri e mobili di valore ma non l’accettazione della middle class.
Io e Annie: davvero credi di aver trovato l’anima gemella?
Un commediografo, al termine della propria relazione con Annie Hall, si ritrova a tirare le fila della loro storia, analizzando come le nevrosi e i problemi d’infanzia di entrambi, condivisi nel tempo passato insieme, abbiano contribuito alla loro rottura. Io e Annie è una vera e propria storia d’amore in tre atti è quella raccontata in questa romantica commedia, dall’inizio fino alla fine.
Questo film del 1977 è uno dei più autobiografici dell’attore comico newyorkese pieno di ansie e fobie, narrato insieme alla sua più celebre musa: Diane Keaton.
Oltre a interrogarsi sul tema dell’amore, si parla anche dei grandi dilemmi del mondo, delle domande sull’universo e sull’esistenza, il tutto con la spiccata ironia che caratterizza il regista. Questo è anche una delle sue produzioni più celebrate, con ben quattro premi Oscar, a sancire una svolta evolutiva della sua carriera. Alla fine, la loro storia travagliata diventerà una commedia, scritta dal protagonista con un finale alternativo, sicuramente più felice della realtà, proprio come questo film.
Harry a pezzi, se ti senti bloccato in una crisi creativa
Uno scrittore di romanzi in piena crisi creativa, viene invitato a una cerimonia in suo onore all’università da cui un tempo fu cacciato, ma non trova nessuno disposto ad accompagnarlo, dato che tutte le persone a lui più care riconoscono i propri affari personali riportati nei suoi libri, persino la sorella! Decide di portare con sé una prostituta, un vecchio amico e di rapire suo figlio, rotolando in una serie di comiche e inevitabili conseguenze, circondato dai personaggi immaginari dei suoi romanzi.
Anche in questa stravagante e comica commedia del 1997 sono le ossessioni del regista le indiscusse protagoniste, in questo caso soprattutto quella per il sesso. Alla base di Harry a pezzi c’è anche una riflessione sul senso della vita dell’artista, in piena crisi e odiato da tutti, in cui realtà e arte si fondono al punto tale da risultare indistinguibili, terminando con gli applausi scroscianti dei suoi personaggi. Questo film sa sostituire una seduta dallo psicanalista, tanto citato nelle commedie di Allen, un’analisi introspettiva dalle note comiche e satiriche, fino a scomodare il Diavolo stesso.
La commedia aiuta sicuramente a pacificare le proprie crisi interiori, soprattutto quelle creative, senza cadere in una banale moderazione ma terminando con un finale dolce-amaro che mira all’accettazione di sé.
Blue Jasmine, se trovi in ogni cosa un lato malinconico
Jasmine si trasferisce dalla sorella a San Francisco dopo il divorzio dal marito newyorkese che la lascia in bancarotta, in piena instabilità emotiva e in balia antidepressivi. Continua a mantenere uno stile alto-borghese e convince la sorella ad abbandonare il fidanzato per trovare un uomo migliore. Anche lei, ridotta a un lavoro umile per guadagnarsi da vivere, si interessa ad un uomo altolocato che però, nonostante sia affascinato dal suo charme, non le offre nessuna sicurezza. Il grande problema di Jasmine è che, troppo legata al giudizio degli altri, diventa cieca difronte a ciò che la circonda, condannandola alla solitudine.
Blue Jasmine, 2013, è forse il prodotto che si allontana di più dal genere: è un dramma a tutti gli effetti, una storia lineare e leggera che sprofonda nella depressione.
Anche qui grandi premi, soprattutto grazie alla favolosa Cate Blanchett, che interpreta un ruolo quasi cucito sulla sua pelle e lo porta al successo, un mix di tutte le presenze femminili della filmografia di Allen e allo stesso tempo totalmente inedita.
La vena antropologica del regista, acuto osservatore della realtà intorno a lui, qui si fa propiziatoria, confrontando la crisi dell’aristocratica protagonista con quella finanziaria in atto. Più amaro che dolce, questo film conduce a riflessioni sui rapporti umani e sulla vita in modo inaspettato.
Midnight in Paris, dedicato a chi sogna a occhi aperti
Uno sceneggiatore hollywoodiano va in vacanza a Parigi con la sua fidanzata e i suoceri; ha intenzione di abbandonare la carriera e scrivere il suo primo romanzo, nonostante la disapprovazione di tutti. Incontrano un vecchio amico della fidanzata che si offre di guidarli tra musei e vita notturna, con insoddisfazione del protagonista che preferisce passeggiare e perdersi tra le strade di Parigi. Proprio così fa una sera quando, scoccata la mezzanotte, compare un’auto d’epoca che lo conduce ad una festa piena di personaggi storici degli anni 20’, pittori, musicisti e scrittori.
Decide di recarsi ogni notte nello stesso punto e rivivere quella magia indietro nel tempo, guadagnando consigli di scrittura da autori come Hemingway e innamorandosi della musa di Picasso, Adriana. Col tempo scoprirà che non può vivere di sogni e che guardare al romantico passato piuttosto che accettare il banale presente è caratteristica intrinseca dell’uomo.
Nel 2011 questo grande omaggio all’amata città francese fa parte della trilogia europea di Allen, mantenendo l’autobiografico protagonista: lo scrittore col male di vivere. Midnight in Paris, nonostante la morale un po’ nostalgica, termina positivamente, ancorandosi alla speranza che forse è giusto vivere il proprio tempo e non scappare da se stessi.
Misterioso omicidio a Manhattan, se sogni di risolvere un giallo
Un agente editoriale e sua moglie conoscono i propri vicini di casa quando, pochi giorni dopo, l’anziana dirimpettaia viene trovata morta nel suo appartamento. Il decesso si attribuisce a cause naturali ma, l’atteggiamento poco addolorato del consorte insospettisce la protagonista che non si dà pace e così, nonostante lo scetticismo e il terrore del marito, conduce una sua indagine personale. Durante le investigazioni, i protagonisti coinvolgono due loro amici, che li aiutano a risolvere l’avvincente caso.
Nel 1993 Allen torna alle origini anche grazie a Diane Keaton, quasi un secondo capitolo di Io e Annie, e rispolvera la commedia ironica e grottesca aggiungendo una lunga serie di citazioni cinematografiche del genere giallo, in particolare celebrando Hitchcock e Wells.
Una commedia thriller classica in cui si ride della morte, era proprio quello che mancava alla lunga serie di film targati Woody Allen che continua a giocare con le sue tipiche nevrosi.
Questo film, proprio come viene definito dallo stesso regista, è «un giallo di puro e semplice intrattenimento, delizioso, ma senza significati profondi».