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Le otto montagne (2023), la recensione: Marinelli e Borghi nel film tratto dal romanzo di Paolo Cognetti

01/06/2023 11:00

Simone Rossi

Recensione Film, Film Drammatico, Film Italia, Luca Marinelli, Alessandro Borghi, Paolo Cognetti, Filippo Timi,

Le otto montagne (2023), la recensione: Marinelli e Borghi nel film tratto dal romanzo di Paolo Cognetti

Le otto montagne già premio della giuria al 75° Festival di Cannes e David di Donatello 2023 al miglior film.

«L'amicizia è un luogo dove metti le tue radici e che resta ad aspettarti» recita Pietro (Luca Marinelli) voce guida di una storia che sorge nell'estate del 1984 e chiude il proprio percorso circa venticinque anni più tardi sotto una colata di neve bianchissima. 

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Pietro e Bruno si conoscono in un paesino sperduto tra le Alpi che la famiglia del primo ha scelto per le vacanze e che il secondo ha sempre considerato il confine della propria esistenza. 

Diventare una cosa sola da bambini è un atto talmente naturale da ignorare tutte le possibili conseguenze: perché un'amicizia può essere certamente solida come una montagna, eppur si muove, sempre, come un ghiacciaio, che continua a scivolare a valle, in un torrente d'acqua inesauribile. Non puoi fermarla, allora, solo vederla passare, raccoglierla tra le mani, fare tesoro della fresca carezza che lascia sulla pelle. 

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Le otto montagne già premio della giuria al 75° Festival di Cannes e David di Donatello al miglior film riesce nel compito affatto facile di far incontrare un autore italiano (l'omonimo romanzo di Paolo Cognetti è stato Premio Strega nel 2017), una coppia di registi belgi (Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch) e due attori italiani amatissimi e affiatati (Luca Marinelli e Alessandro Borghi, compagni di vita e morte per Claudio Caligari in Non essere cattivo). 

 

Il risultato è un film che sostituisce alla visione orizzontale di uno spazio, la dispersione verticale di una vertigine.

 

Le cime da raggiungere, che incorniciano le vite dei protagonisti, che – come vene e arterie – innervano le mappe attaccate al muro con le puntine da disegno, hanno bisogno di buone gambe e buoni polmoni per coprire le enormi distanze che l'esistenza ci costringe a percorrere. 

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Quello che colpisce del racconto di Cognetti e della messa in scena di Groeningen e Vandermeersch è il carattere ascensionale dello sguardo che anziché piegarsi al punto di vista di colui che racconta la storia (Pietro) continua a sollevarsi in cerca di qualcosa che lo possa definitivamente liberare. 

 

Il risultato è una sorprendente sovrapposizione di vite e destini: quella di un padre (un intenso Filippo Timi) che ama il proprio figlio al punto da 'adottarne' il miglior amico; quello di un figlio che ripudia il padre per manifesta inferiorità nei confronti dell'amico; quella di un amico che diventa il miglior confidente di un padre. E allora, volendo adoperare un linguaggio da scalatori, ecco che Pietro e Bruno si fanno, a turno, capocordata l'uno dell'altro. Chi tira su chi? E fino a quando? 

La fotografia di Ruben Impens aperta ai chiaroscuri dei tramonti e le musiche di Daniel Norgren cariche di echi lontanissimi arricchiscono Le otto montagne di una immobilità che è a un tempo riparo sicuro e minaccia costante, lo stesso, ambivalente sentimento, che si prova guardando dal fondo valle un'enorme promontorio. 

 

Il punto è che proprio come il termine “natura” è un'astrazione (nel concreto stiamo parlando di rocce e boschi e laghi e sentieri e ghiaccio e prati) anche la parola “amicizia” è pura idea, semplice concetto. Nel momento in cui sappiamo carpirne le sfumature e i contorni ecco che riconosciamo la gioia, il dolore, una lacrima, un sorriso, un abbraccio. 

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Le otto montagne è un emozionante viaggio spirituale attraverso un sentimento: una ricognizione che non accetta di scendere dalle altezze che raggiunge per descriverlo, ma vorrebbe trascinarci ancora più su. 

 

Come se riconoscere il nostro sguardo in quello dell'altro non fosse solo una splendida epifania, ma anche l'impegno a non chiudere mai più gli occhi. Fino alla croce piantata nella roccia più alta, dove troveremo un vecchio diario ingiallito e tra le sue pagine le parole di chi abbiamo sempre amato; il rifugio che abbiamo sempre cercato.


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Genere: drammatico

Titolo originale: Le otto montagne

Paese, anno: Belgio/Italia, 2022

Regia: Charlotte Vandermeersch, Felix Van Groeningen

Sceneggiatura: Charlotte Vandermeersch, Felix Van Groeningen

Fotografia: Ruben Impens

Montaggio: Nico Leunen

Interpreti: Alessandro Borghi, Elena Lietti, Filippo Timi, Luca Marinelli, Surakshya Panta

Colonna sonora: Daniel Norgren

Produzione: Menuetto, Rufus, Wildside

Distribuzione: Vision Distribution

Durata: 140'

Data di uscita: 22/12/2022

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