Nel pitch diretto da Vito Sugameli, la fusione di immagini oniriche e reali invita a riflettere sul nostro futuro e sul potere del contatto umano.
JS è un’opera inusuale, diretta e montata da Vito Sugameli su soggetto e sceneggiatura di Vincenzo Grassonelli, che mette in scena un sorprendente connubio tra cinema e teatro. Leggendo il suo primo articolo in merito alla pre-produzione, ho ricevuto una chiave di lettura importante. L'accostamento di immagini bucoliche e artificiali, così come l'ampiezza dei titoli di coda, può inizialmente lasciare perplessi, ma rivela presto l'intento di offrire una lettura profonda e complessa della società moderna.
Pitch Trailer
Il pitch trailer di JS evoca un senso di spaesamento, straniamento e desolazione. Le connessioni e gli innesti domotici tra madre e figlio, che si trasformano in una sorta di Madonna con il Bambino, creano un’atmosfera surreale. L’anima dell’algoritmo diviene quasi una figura protettrice, mentre il cyborg, butterato e privo di vera sostanza organica, osserva lo spettatore come a interrogare la nostra umanità . Questo è il futuro che ci attende se non ci apriamo all’altro, se non tendiamo la mano verso chi ci sta accanto.
Dal libro al piccolo schermo
La bambina bionda, in crisi psicotica, rappresenta forse la nostra ultima speranza, mentre l’esorcismo avviene attraverso il contatto visivo, preludio a ciò che sarà rappresentato sulla scena teatrale, che diventa metafora della vita stessa. L’ipnosi musicale che accompagna queste immagini scava nei recessi della mente, richiamando una realtà altra, un mondo che sta oltre il nostro.
Il pitch trailer è, in sostanza, una preparazione al peggio, una riflessione sull’apocalisse che potrebbe essere dietro l’angolo, ma al contempo un richiamo a prendere coscienza. E proprio per questo, parlarne diventa utile. Questo lavoro "arde", si percepisce l’urgenza e l’impatto delle sue immagini.
Un elemento che mi ha particolarmente colpito è stato il primissimo movimento di macchina con il drone. Questo movimento mi ha catapultato nella scena, come se fossi dentro quel mondo distopico, un tutt'uno con i personaggi. La forza visiva e l’immersività di questo pitch sono tangibili, e sicuramente utili a innescare una riflessione.
Preferisco non addentrarmi troppo nei dettagli del montaggio o dei meccanismi narrativi per evitare di "scarnificare" il progetto prima di aver visto l'opera completa a teatro (la prima sarà al Teatri pirandello di Agrigento il 1 dicembre 2024). Come affermato dall’autore Vincenzo Grassonelli nelle interviste, lo spettacolo, pur distaccandosi dal pitch trailer nella forma, ne rimane parte integrante nella sostanza. La mia prima impressione è che JS, anche solo in questa forma iniziale, riesca già a lasciare il segno.