Protagonista di una speciale uscita cinematografica proiettata per un solo giorno, il documentario Fastest del regista Mark Neale è un volo nel roboante e adrenalinico universo della MotoGP, il campionato mondiale di motociclismo più seguito al mondo. Prendendo spunto dalla figura e dalla storia di Valentino Rossi, Neale prova a raccontare il dietro le quinte di una corsa, di un mondiale, di una carriera che si intreccia inestricabilmente a quella degli altri piloti. Valentino Rossi è senza dubbio uno dei più grandi nomi della storia del Motomondiale: ha vinto in tutte le categorie, ha trionfato per otto volte nella classe regina, ha vinto più di cento corse: un mito, un simbolo, una leggenda. Nel 2010 cerca la sua nona affermazione mondiale in MotoGP e qui inizia il racconto di Neale. Il regista non vuole celebrare l’incredibile carriera di Valentino, le cui tappe fondamentali fanno da collante al racconto, piuttosto cerca di raccontare le dinamiche che si creano in ogni gara tra moto e pilota, tra gli avversari e nell’animo di ogni singolo centauro. Il vecchio campione, carico di gloria passata e di infortuni, subisce l’assalto dei giovani leoni affamati: è il destino di ogni leggenda, la storia ciclica di ogni sport. Casey Stoner, Dani Pedrosa, Marco Simoncelli, Ben Spies e soprattutto Jorge Lorenzo ambiscono al trono del campione: tramite una serie di interviste estremamente divertenti e interessanti ai vari piloti, Neale rivela le loro storie comuni (il sogno della velocità , le fatiche affrontate per arrivare in cima, gli enormi sacrifici delle loro famiglie), le comuni ambizioni, la fame di vittorie. Imprese storiche, incidenti, infortuni, risentimenti e amicizie vengono analizzate e proposte attraverso la videocamera del documentarista britannico e fa davvero impressione poter ascoltare, a un anno dalla tragica e compianta scomparsa, la voce di Simoncelli che sottolinea la paura che si prova ogniqualvolta si è coinvolti in un incidente, o le immagini di uno Stoner completamente stravolto alla fine di un Gran Premio. Ventuno piloti disposti a tutto pur di vincere e perseguire il loro sogno, estasiati da una forma di dipendenza che li porta a salire in sella nonostante polsi e dita rotte, caviglie e ginocchia fracassate, spalle lussate solo per l’ambizione di poter essere il migliore, il più veloce, di essere il campione.