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Madagascar

05/08/2012 10:00

Martina Calcabrini

Recensione Film, Film Animazione, madagascar,

Madagascar

Era il lontano 2005 quando i quattro quadrupedi più simpatici del mondo facevano la loro comparsa sul grande schermo...

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Era il lontano 2005 quando i quattro quadrupedi più simpatici del mondo facevano la loro comparsa sul grande schermo. A quel tempo, la DreamWorks Animation diventava un’azienda competitiva (forte del successo e dell’Oscar per il Miglior Film d’animazione per Shrek) sebbene fosse ancora surclassata, su tutti i fronti, dalle potenze Disney e Pixar. Affidando la regia di Madagascar a Eric Darnell (co-regista di Z la formica) e all’esordiente Tom McGrath, la DreamWorks riesce a creare una nuova tipologia di eroi in CGI che niente hanno a che vedere con i prìncipi e le principesse del passato.


Nello zoo di Central Park, i pinguini Skipper, Rico, Kowalski e Soldato, tentano l’evasione scavando una buca nel terreno con dei cucchiai rubati. Finendo nel recinto di Marty la zebra e anelando l’opportunità di scoprire il mondo esterno, spronano l’animale a fuggire. Alex il leone, Gloria l’ippopotamo e Melman la giraffa si mettono sulle sue tracce e, prendendo la metro per raggiungere la città, vengono catturati dalla polizia nella stazione di Central Park e spediti, direttamente, in Kenya. Durante il viaggio, però, i pinguini riescono ad uscire dal baule in cui erano rinchiusi e a dirottare la barca verso l’Antartide. In una colluttazione marittima, le casse di Alex, Marty, Gloria e Melman finiscono in mare e approdano sull’isola di Madagascar, governata dall’istrionico Re Julien e dal suo adulatore popolo di lemuri.


Irriverenti, scoppiettanti, divertenti, i protagonisti di Madagascar sono degli eroi a tutto tondo che, facendo leva sulle proprie debolezze, imparano a confrontarsi con il mondo esterno, pieno di luci e colori ma anche irto di pericoli e difficoltà. Alex, Marty, Gloria e Melman sono personaggi ben caratterizzati, capaci di incarnare, ognuno a proprio modo, i quattro più comuni modi di rapportarsi agli altri: c’è chi ha paura, chi è impulsivo, chi è troppo pieno di sé e chi, invece, è più maturo e razionale. Quattro aspetti opposti e complementari che vengono trattati con i guanti già in fase di scrittura della storia. Gli sceneggiatori Mark Burton, Billy Frolick, Eric Darnell e Tom McGrath, volendo stemperare l’atmosfera, inseriscono personaggi bizzarri e visionari per suscitare le risate del pubblico. Re Julien, Mortino e, soprattutto, i quattro evoluti pinguini coinvolgono nei loro strampalati usi e costumi anche gli ammaestrati animali dello zoo. Non mancano le citazioni ai grandi film della storia del cinema: da Il re leone a Robin Hood (Alex si succhia il pollice come Re Giovanni), da Il pianeta delle scimmie a Castaway, Mission Impossible a 007, passando per American Beauty (la pioggia di bistecche che ricopre Alex proprio come quella di petali di rosa ricopriva Angela) e La febbre del sabato sera (Marty per le strade di New York si comporta esattamente come John Travolta nella pellicola del 1977). Un turbinio di esagerazioni, una sfilata di musiche (vintage e moderne) e una marea di divertimento rendono Madagascar una delle più elementari ma godibili pellicole d’animazione di tutti i tempi.


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