Mentre sta accompagnando i figli a scuola, il direttore di banca Carlos (Luis Tosar) riceve una telefonata da un numero sconosciuto: dall'altra parte una voce gli spiega che sotto il sedile c'è una bomba che esploderà appena uno dei passeggeri proverà a fuggire. Presentato nella sezione Giornate degli autori al 72° Festival del Cinema di Venezia, Desconocido - Resa dei conti è l'opera prima del regista spagnolo Dani de la Torre. Grande successo in patria, il film ha ottenuto due riconoscimenti tecnici ai Premi Goya, tra cui miglior montaggio e miglior sonoro. Partendo subito in medias res, Desconocido - Resa dei conti segue le traiettorie del thriller drammatico ad alta tensione e pone il protagonista Carlos nella situazione destabilizzante che forma la struttura principale del film. Quasi interamente girato all'interno dell'automobile dove il protagonista, insieme ai figli, deve fronteggiare il ricatto telefonico del proprio nemico sconosciuto, il film rivela la notevole perizia tecnica del suo regista: l'atmosfera rimane tesa e nervosa; contemporaneamente la vicenda resta attaccata ai protagonisti e alle dinamiche di genere. Peccato che Desconocido - Resa dei conti cada troppo presto vittima del proprio evidente sottotesto di critica sociale allo spietato e cinico mondo della finanza incarnato da Carlos. Se l'intento è comunque nobile - raccontare attraverso le maglie del genere un disagio sociale - De la Torre non evita in ogni caso una certa grossolanità e enfasi, rimarcando troppe volte nel corso del film i colpevoli e vittime. Il film pare farsi superare dalla propria tesi, elaborata comunque con ben poco tatto e mancanza di uno sguardo specifico, puntando unicamente - con fare maldestro - a un thriller morale un po' greve. Lo spettacolo resta ma sembra quasi corollario di un film che vuole per forza dimostrare un concetto, una presa di posizione netta e che si fa ambigua troppo tardi. Sospesa tra il cinismo e una chiusa buonista.