É un'insolita quanto bizzarra scia di morte quella che attraversa la Los Angeles di fine anni Settanta e unisce misteriosamente inquinamento, corruzione e attrici porno scomparse. Una traccia che cominceranno maldestramente a seguire anche Jackson Healy (Russell Crowe) e Holland March (Ryan Gosling) – dolente e solitario picchiatore su commissione il primo, goffo investigatore privato con prole al seguito il secondo – finendo ben presto risucchiati in un intrigo decisamente più grande di loro. Trent'anni e non sentirli. Tanti ne sono trascorsi da quando la penna di Shane Black, con brio e spregiudicatezza, consegnava al cinema e a un intero immaginario un'opera spartiacque come Arma letale. Mai un poliziesco era stato tanto anomalo ed esilarante come quello interpretato dalla coppia Gibson/Glover: un prodotto capace di colorare l'azione delle inedite sfumature della commedia, ridefinendo stili e linguaggi all'interno delle più consolidate logiche di genere. Si può dire allora sia un ritorno alle origini quello di The Nice Guys, dove il suo autore – dopo l'interessante esordio dietro la macchina da presa con Kiss Kiss Bang Bang – torna all'essenza del proprio cinema, alla coppia disfunzionale per eccellenza e a un umorismo cinico e sferzante, dirigendo un noir fracassone, caotico e decisamente coinvolgente. Ad accompagnarlo un duo di interpreti che da soli sanno fare la differenza; personaggi agli antipodi la cui alchimia e i contrasti fanno emergere un senso del comico che basta a se stesso, capace di ridimensionare una trama complessa – come da migliore tradizione del genere – a semplice pretesto, a sfondo esaltante e colorato per uno scontro di caratteri ai limiti dell'assurdo. In fondo è proprio l'essenza del buddy movie quella a emergere prepotentemente tra personaggi fortemente caratterizzati, dialoghi sferzanti e trovate sempre più imprevedibili; un'amicizia virile e improbabile, qui esasperata nei modi e nei toni e intrisa di un umorismo in bilico costante tra due archetipi del genere, tra la misurata indolenza di un burbero Russell Crowe e l'idiota inettitudine slapstick di Ryan Gosling. Sullo sfondo di una Los Angeles ricostruita minuziosamente – tra party debordanti ed esclusivi, luci soffuse e abiti sgargianti – capace di farsi luogo privilegiato di un'intera mitologia e, insieme, sguardo disincantato su un presente sempre uguale a se stesso, The Nice Guys si dimostra pellicola pienamente godibile e congegno di intrattenimento scritto e orchestrato alla perfezione. Un'opera legata a filo doppio a un modo di fare cinema che si credeva scomparso da tempo.