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Victoria

21/03/2017 12:00

Vincenzo Trapanese

Recensione Film,

Victoria

Una notte a Berlino, in un unico piano sequenza

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La giovane clubber Victoria, è una ragazza madrilena che vive a Berlino. Una sera, uscendo da un party in un club, conosce Sonne e la sua banda di amici che la coinvolgono nel loro gruppo per farle conoscere la vera anima della capitale tedesca. Ma quello che doveva essere un viaggio suggestivo nella nightlife berlinese diventa una brutta avventura che sfocia in una cruenta rapina in banca.


Candidato come Miglior Film all’European Film Awards, Victoria è la quarta regia di Sebastian Schipper. Una dura storia di vita che vede come figura di spicco la bella attrice catalana Laia Costa nei panni della giovane protagonista. La particolarità di Victoria sta proprio nella sua regia: il film è girato in un unico piano sequenza e, proprio per questo, riesce a creare un forte coinvolgimento e empatia tra i protagonisti e lo spettatore. Crea inoltre un elevato senso di suspense, poiché la totale mancanza di “stacchi” tra le scene catapulta senza mezze misure lo spettatore in un imprevedibile viaggio nella notte di Berlino.


A dettare la narrativa del film contribuiscono anche le musiche, a tratti delicate e raffinate a volte intense, utili a provocare una naturale tensione e a rafforzare il senso di imprevedibilità del film. Molto belle le scene nel club: sembrano quasi dare respiro e poesia a una storia torbida e losca. La fotografia sembra imitare lo stile documentaristica, come a inseguire l'intenzione di raccontare tutto d’un fiato una notte a Berlino. Victoria è la storia di un’avventura finita male: la giovane protagonista veste i panni di una moderna cappuccetto rosso, la cui curiosità e l'animo socievole non la aiutano a scorgere gli inevitabili pericoli a cui si espone. Lo stile di ripresa lavora proprio sulla partecipazione dello spettatore alla vicenda, tenendolo in trepidazione e desideroso di gridare alla protagonista di fuggire da quelle situazioni pericolose. Ciò che di Victoria delude è probabilmente solo il finale: in un crescendo così inaspettato e elettrizzante, si poteva giungere a un epilogo meno scontato.


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