La seconda parte del film di Paolo Sorrentino dedicato alla figura di Silvio Berlusconi descrive il periodo fra il 2008 e il 2010. Quando cioè, corrompendo sei senatori del centrosinistra, Berlusconi fa cadere il governo in carica; nonché il momento della separazione dalla moglie Veronica, stanca dei ripetuti tradimenti del marito con prostitute fornitegli da Sergio Morra (alias Gianpaolo Tarantini) e del mai chiarito rapporto fra Berlusconi e Noemi Letizia, la ragazza napoletana che lo chiamava, affettuosamente, “papi”. Rispetto alla prima, questa seconda parte è più lineare, senza particolari concessioni a scene surrealistiche dal simbolismo troppo scontato, vezzo purtroppo presente nel Sorrentino post-La grande bellezza. In Loro 2 viene tratteggiato il ritratto di un uomo affetto da megalomania, che si compiace del suo essere “venditore di sogni” ma incapace di accettare la vecchiaia e la perdita della vitalità che lo ha contraddistinto per tutta l’esistenza. Che si circonda di fanciulle che si esibiscono in balletti audaci, cantandogli in coro Meno male che Silvio c’è. E che viene respinto nelle sue avance sessuali da Stella, la ventenne che lo rifiuta perché «ha l’alito come il nonno: né buono, né maleodorante. Semplicemente l’alito di un vecchio». Toni Servillo fa di Berlusconi la maschera grottesca di un potente che, se da un lato si circonda di uomini fidati come Ennio, suo socio di lunga data (forse Ennio Doris?) dal quale accetta preziosi consigli, dall’altro vede ruotare attorno a sé un circo di burattini che lo adulano per poter raccogliere qualche briciola del suo potere. Una corte di servi, ruffiani e ragazzine che si lasciano gettare in pasto all’orco per poter ottenere qualche gioiellino e coltivare qualche sogno da stellina televisiva. Loro 2 risulta decisamente più compassato della prima parte. E ciò non fa che giovare al film considerato nel suo insieme. I lati oscuri della vita di Berlusconi vengono affrontati in maniera vigorosa, come accade nell’intenso confronto con Veronica, la quale non ottiene risposta alla domanda su quale fosse la reale provenienza dei soldi che avevano permesso a Silvio di intraprendere la carriera di imprenditore. In questa seconda parte molte perplessità, sorte alla visione della prima, vengono parzialmente ridimensionate. Pur restando qualche dubbio sulla scelta di utilizzare una scrittura spesso prevedibile a sottolineare le falsità e le contraddizioni del personaggio. Ne è un esempio il passaggio rapido fra le scene della festa con le ragazze, dell’insediamento del nuovo governo e dell’improvvisa, devastante scossa di terremoto all’Aquila immediatamente dopo il giuramento di Berlusconi davanti al Presidente della Repubblica. Con lo stesso premier che, subito dopo, si reca in visita ai terremotati promettendo la ricostruzione di una “new town” e utilizzando le stesse parole con le quali, nella sua vita passata e sempre rimpianta, vendeva case da lui costruite. Loro 2 è un film che ci mostra il lato cinico di Berlusconi e, contestualmente, quello più debole. E che, nonostante qualche ridondanza come l’inutile citazione felliniana della statua del Cristo sollevata in cielo da una gru, riscatta una prima parte deludente, risollevando almeno parzialmente un film che, in ogni caso, rimane una delle opere meno riuscite nell’ormai lunga filmografia del regista napoletano.