La perfetta fusione tra dramma e commedia è stata, sin dai tempi dell'antichità, una delle qualità più interessanti e tipiche dell'arte in generale; il concetto per cui si associano i due stili (drammatico e comico) viene comunemente riassunto nel termine “tragicomico”.
Per “tragicomico” infatti si intende un qualsiasi componimento teatrale, letterario o cinematografico nel quale a vicende gravi e dolorose proprie della tragedia fanno contrasto, oltre che il lieto fine, spunti e procedimenti propri tradizionalmente della commedia. Nei numerosi film diretti e interpretati dal grande artista Charlie Chaplin si racchiudono i concetti, le idee e le sensazioni del “tragicomico”; analizzando infatti attentamente le pellicole di Chaplin si percepisce una struttura divertente e spensierata in superficie ma dolente e amara nel fondo, nel quale si avverte un'acuta e graffiante requisitoria contro le malvagità e le insoddisfazioni quotidiane dell'esistenza. Nello studiare la natura “tragicomica” di Charlie Chaplin si deve senza dubbio evidenziare la situazione paradossale che viene a crearsi tra la finzione e la realtà; nel corso della sua vita, infatti, egli ha dovuto patire non poche dolorose vicende, attenuate però dai suoi grandi successi cinematografici. Il personaggio attorno al quale costruì larga parte delle sue sceneggiature, e che gli dette fama universale, fu quello di bCharlot/b: un omino dalle raffinate maniere e la dignità di un gentiluomo, vestito di una stretta giacchetta, pantaloni e scarpe più grandi della sua misura, una bombetta e un bastone da passeggio in bambù; tipici del personaggio erano anche i baffetti e l'andatura ondeggiante.
L'emotività sentimentale e il malinconico disincanto di fronte alla spietatezza e alle ingiustizie della società moderna, fecero di Charlot l'emblema dell'alienazione umana - in particolare delle classi sociali più emarginate - nell'era del progresso economico e industriale. Attraverso la visione di alcuni dei suoi celebri film (Tempi moderni; La febbre dell'oro, Il monello) si scopre la qualità fondamentale del suo pensiero: nell'affrontare temi tipici della società del suo tempo (alienazione, crisi economica, critica alla società), Chaplin ricorre ad una piena compenetrazione tra le forme tipiche della tragedia classica e i meccanismi fondamentali della commedia; risiede proprio in questo contrasto l'energia cinematografica di Chaplin, nell'accoppiare, in maniera esemplare, dolore e gioia, ottimismo e crudo realismo, tragedia e commedia. Queste rilevanti qualità vengono racchiuse in uno stile cinematografico classico, semplice e asciutto, senza formalismi o compiacimenti, tutto improntato sulla chiarezza e nitidezza delle immagini, capace di riunire in sè, in una divertente sfilata di cinema, le due facce dell'umanità: il dramma e la commedia.