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Una carriera in ascesa: intervista a Francesco Foti

03/04/2018 15:37

Gabriele di Grazia

Intervista,

Nel cast di 'Ti sposo ma non troppo', opera prima di Gabriele Pignotta

Attore dai mille volti, una carriera brillante continuamente divisa tra teatro, radio, cinema e televisione, Francesco Foti, classe 1965, catanese doc, ha saputo imporsi all’attenzione del pubblico grazie al suo estro mediterraneo che l’ha portato ad interpretare ruoli cosi variegati e a calcare le scene nazionali ed internazionali. Dopo aver preso parte a pellicole come Baarìa (2009) di Giuseppe Tornatore, Fuori dal mondo (1999) di Giuseppe Piccioni e Alla luce del sole (2005) di Roberto Faenza, Foti sarà nelle sale dal 17 aprile con Ti sposo ma non troppo, opera prima di Gabriele Pignotta. All’interprete siciliano, impegnato in questi giorni con la promozione del film, abbiamo posto alcune domande riguardo il suo lavoro.


bBuongiorno, tra poco la vedremo nel primo divertente lungometraggio di Gabriele Pignotta, Ti sposo ma non troppo. Potrebbe parlarci del film?/b


È una commedia romantica più nella tradizione inglese e americana, direi, che in quella italiana. Un film onesto (che non è affatto poco), pulito e molto divertente. L'unico caso in cui più che con il diamante, il romantico si “fidanza” col brillante...


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bNella pellicola lei interpreta Giulio, il fratello disabile del protagonista. Come è riuscito ad approcciarsi ad un ruolo così delicato senza scadere in facili pietismi?/b


Innanzitutto devo dire grazie a Gabriele Pignotta che lo ha scritto benissimo e col quale ci siamo trovati subito d'accordo sulla linea da seguire. Avevo un po' paura di urtare la suscettibilità dei veri disabili. Ho letto libri e fatto molte ricerche e qualche chiacchierata con vittime di incidenti e ho capito che il modo migliore per essere credibile e al tempo stesso in qualche modo utile alla loro causa era proprio quello di sottolineare la normalità del personaggio, il suo essere atletico, la sua esuberanza...


bCome definirebbe la sua esperienza sul set accanto a Gabriele Pignotta e Vanessa Incontrada?/b


Mi sono divertito come un bambino, libero di proporre idee in grande complicità ed empatia e credo che tutto questo traspaia perfettamente nella scena della conoscenza tra il mio personaggio e quello interpretato da Vanessa Incontrada. Sul set c'era un clima rilassato e molto amichevole, clima che ho ritrovato anche negli incontri con il produttore Marco Belardi, con i distributori della Teodora e con tutte le persone che sono coinvolte in questa avventura. Che sia nata una nuova “famiglia di lavoro”?


bCi può svelare qualche imprevisto avvenuto durante la lavorazione del film?/b


So che sembrerà incredibile, ma non ricordo nessun imprevisto o incidente avvenuto sul set. So che può sembrare uno spot con le famiglie sempre felici e sorridenti, ma tutto è andato avanti davvero in grande armonia e divertimento.


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bLa pellicola parla dell’amore ai tempi di Facebook e di WhatsApp. Qual è il suo rapporto quotidiano con i social network? Come e quanto hanno modificato il suo rapporto con gli altri?/b


I social network sono strumenti che possono essere molto utili e molto pericolosi al tempo stesso, come si vede bene anche nel film!... Io cerco di farne un buon uso, diffondendo soprattutto buonumore con battute e foto divertenti (ne ho fatto quasi una missione) e comunicando i miei impegni agli amici che mi seguono e con cui cerco di avere un rapporto il più possibile paritario e di complicità. Insomma, l'importante è usarli e non farsi usare da loro.


bLei è soprattutto un attore di teatro. In che modo riesce a passare dal palco al set cinematografico con tanta disinvoltura?/b


Non vorrei sembrare presuntuoso, ma credo dipenda dalla preparazione e dai continui workshop di perfezionamento che continuo a fare quando non lavoro. Quando è chiaro il campo da gioco (teatro, cinema, televisione, ma aggiungerei anche radio e cabaret) e si conoscono le regole del gioco, a quel punto... si gioca!


bDalle sue interpretazioni traspare una grande passione. Cosa ama del suo lavoro?/b


Tutto. Avere la possibilità di essere altre persone e vivere altre vite è un regalo troppo grosso per non amarlo. È per non goderselo fino in fondo, cercando di scoprire tutto quello che c'è scritto nel copione o nella sceneggiatura e soprattutto quello che non c'è scritto, per arrivare a fare di un personaggio scritto una persona viva.


bÈ difficile oggi, rispetto al passato, intraprendere la professione dell’attore?/b


Indubbiamente sì. La crisi ha colpito ferocemente il nostro settore e le occasioni non dico per emergere, ma per vivere dignitosamente del proprio mestiere sono poche. E, senza polemica, anche il fatto che chiunque possa svegliarsi la mattina e dire: “Io sono un attore”, indipendentemente da preparazione e studi, non aiuta di certo. Quando mi chiedono un consiglio, dico sempre di tenerlo come hobby: è il più divertente, rilassante e utile del mondo!


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bLo spettatore di oggi è sempre più disincantato. Com’è cambiato, secondo lei, il rapporto tra il pubblico ed il mondo dello spettacolo negli ultimi vent’anni?/b


In realtà credo che lo spettatore di oggi, più che disincantato, sia sempre più distratto e confuso. E credo che, almeno in parte, questa confusione sia provocata volutamente... Per quel che mi riguarda, cerco di avere un rapporto amichevole e schietto con le persone che mi seguono, cercando il più possibile occasioni di incontro, anche eliminando le barriere tra attore e platea, come faccio nei miei spettacoli.


bNel prossimo futuro la vedremo sempre di più al cinema?/b


Francamente me lo auguro! Non ho intenzione di abbandonare il Teatro e infatti continuo a girare l'Italia con i miei spettacoli Venti Fotici e Niuiòrc Niuiòrc (grazie al quale sono stato - e probabilmente tornerò - a New York), ma spero che un paio di progetti cinematografici in sospeso vadano in porto. E comunque: registi, casting e produttori, fatevi avanti!


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