Matthias & Maxime (2019): la recensione del film del "ritorno a casa" di Xavier Dolan

Dolan rimane agganciato a quegli espedienti stilistici - subito riconoscibili - che fanno parte della sua poetica: le inquadrature alla nuca, le sperimentazioni, i tagli, i litigi corali, l’attenzione per la colonna sonora.

Matthias e Maxime, protagonisti del film, sono amici fin dall’infanzia, ma hanno due vite completamente diverse: Matthias è prestante, sempre vestito di tutto punto, con una dolce ragazza e con una carriera che sta prendendo l’avvio; Maxime ha una famiglia sfasciata, una madre dipendente da droghe (di cui è tutore) e una voglia in faccia che - capiamo tra le righe, nella sequenza del bus - non gli ha di certo reso le cose facili. Ma il bacio tra Mat e Max cambia completamente le loro prospettive.

Dolan riesce a trasmettere alla perfezione il senso di tensione tra i due protagonisti, una tensione fisica che li porterà alla scelta finale. Per Mat sarà difficile ancor di più che per Max, perché dovrà mettere in dubbio tutto, ma si tratta per tutti e due di un percorso difficile e doloroso. L’epilogo non viene svelato, ma il finale lascia allo spettatore facoltà di immaginare come andrà a finire. Quello che ci vuole dire Dolan è che l’amicizia è un sentimento ancora più forte dell’amore, un legame che va oltre le classi sociali, i bei vestiti e gli uffici nei grattacieli. Un legame fortissimo e necessario, senza il quale saremmo perduti.​