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Favolacce, la recensione del secondo film dei bravi fratelli D’Innocenzo

19/05/2020 18:22

Emanuela Di Matteo

Recensione Film, Film Drammatico, Film Italia, D'Innocenzo, Elio Germano,

Favolacce, la recensione del secondo film dei bravi fratelli D’Innocenzo

Favolacce racconta la periferia romana e le sue contraddizioni; ma sceglie un registro inedito, quello della favola nera

Favolacce è il secondo film dei bravi Fabio D’Innocenzo e Damiano D’Innocenzo, i due fratelli romani che si sono fatti notare con La Terra dell’Abbastanza (vincitore ai Nastri d’Argento 2018 come Miglior Regista Esordiente), che parlava dell’appiattimento delle coscienze in una periferia senza scampo che mette a tacere morale e sentimenti. Anche Favolacce, presentato in concorso al Festival di Belino 2020, ha vinto il premio per la Miglior Sceneggiatura.

Favolacce racconta la periferia romana e le sue contraddizioni; ma sceglie un registro inedito, quello della favola nera, o meglio, dell’horror.​

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Una comunità di famiglie vive in un quartiere residenziale immerso nel verde. I genitori non sono né ricchi né poveri e sembra che ai loro figli non manchi nulla. Questi genitori, però, appaiono particolarmente feroci, quasi sadici, indifferenti al mondo dell’infanzia.

Persino quando salvano loro la vita da un boccone andato storto, o si preoccupano del loro rendimento scolastico, risultano crudeli. Per questi genitori, presi da reciproche maldicenze e invidie, sembra che l’infanzia, semplicemente, non esista. C’è chi tratta il figlio come un suo pari, un amico col quale condividere scorribande e conquiste; c’è chi recita il ruolo dell’educatore con freddezza e disumanità, arrivando a usare le botte come punizione. Non si tratta di un ceffone, si tratta di un pestaggio operato nel silenzio e in un angolo di strada, come si fosse un conto da regolare tra adulti, per questo di inaudita violenza. Nessuno di loro è in grado di condividere qualcosa col proprio figlio, né di rispettare l’innocenza e la magia del suo mondo. E qui si rileva il limite del film: neppure la regia rispetta questa differenza.

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Infatti se Favolacce è un film di denuncia sociale e umana e rileva con efficacia e maestria le derive dell’ignoranza, dell’indifferenza e del sadismo dei genitori, grazie a un cast perfetto (Elio Germano, Barbara Chichiarelli, Giulia Melilio, Max Malatesta), mette sullo stesso piano le reazioni dei bambini e quelle degli adulti. Tutti i ragazzini infatti, compresa una giovanissima coppia con un neonato, sono perfettamente consapevoli della corsa verso il nulla verso la quale sono spinti. Questa prospettiva, che vorrebbe far parte del mondo delle "favolacce", delle fiabe al contrario in un mondo onirico-distopico dove tutto finisce male, sembra più un virus che una scelta, perché mal si accorda con la naturale tendenza del bambino ad accettare le più improbabili situazioni, reagendo con resilienza o assimilandole, diventando cioè un ribelle oppure un clone. 

Favolacce orchestra, con una sceneggiatura serrata, il dramma sociale e ormai - diciamolo - nazionale, dell’infanzia abolita e non riconosciuta. 

Ma risulta un film indigesto, sgradevole, grottesco. Come se gli ingredienti usati dai registi, tutti buoni, risultassero stranamente dosati. Favolacce denuncia un’infanzia negata, ma al contempo la nega. È una storia del terrore senza un eroe che combatte, nella quale ogni carnefice è anche vittima e ogni vittima risulta al contempo spaventosa. I bambini sono anche un po’ nani deformi, nella loro apparente graziosità e bravura, ma non sono bambini veri, esattamente come i grandi, che non sono genitori veri, ma mostri. Mostri che ci somigliano, e per questo fanno ancora più paura, ma sempre meno terribili di quei bambini ostinatamente suicidi.


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Genere: drammatico

Titolo originale: Favolacce

Paese/Anno: Italia/Svizzera, 2020

Regia: Damiano D'Innocenzo, Fabio D'Innocenzo

Sceneggiatura: Damiano D'Innocenzo, Fabio D'Innocenzo

Fotografia: Paolo Carnera

Montaggio: Esmeralda Calabria

Interpreti: Aldo Ottobrino, Barbara Chichiarelli, Barbara Ronchi, Cristina Pellegrino, Elio Germano, Gabriel Montesi, Giulia Galiani, Giulia Melillo, Giulietta Rebeggiani, Ileana D'Ambra, Justin Korovkin

Produzione: Amka Films Productions, Pepito Produzioni, Qmi, Rai Cinema, Vision Distribution

Distribuzione: Vision Distribution

Durata: 98'

Data di uscita: 16/04/2020

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