Ci avete ma fatto caso? La fisionomia perfettamente simmetrica dei conigli si presta benissimo ad associare a questi animali qualità antropomorfe. Inoltre, tradizionalmente, i conigli sono accostati alla fornicazione, al nervosismo e alla paura. Nel simbolismo dei sogni, oltre al sesso, identificano la famiglia e diventano spesso rappresentazione di noi stessi e della nostra anima.
La letteratura di genere ha molti esempi a riguardo, ma qui analizzeremo quelli che a nostro parere sono i più inquietanti conigli cinematografici: la famiglia di Rabbits di David Lynch, Frank di Donnie Darko e Mr. Rabbit della serie tv Utopia. Anche se nella storia del cinema il primo a mettere teste di roditore, se vogliamo essere precisi di topo, sui propri attori fu Alain Resnais nel film Mio zio d’America (1980). Già in quella pellicola il topo prendeva il significato di inibizione e alienamento.
Rabbits e l'ossessione di David Lynch per i conigli
«In una città senza nome, sommersa da una continua pioggia, tre conigli vivono con uno spaventoso mistero»: è così che David Lynch descrive la serie tv Rabbits sul suo sito ufficiale. E con due semplici righe riesce a descriverci perfettamente di cosa si tratta. Rabbits è una serie di sette mini episodi, scritta, montata e diretta da David Lynch.
Durante la quarantena, ha caricato tutti e 7 gli episodi sul suo canale Youtube: The David Lynch Theatre. Rabbits è la storia di una famiglia di conigli antropomorfi, ambientata in un claustrofobico appartamento verde: qui, tra applausi da sit-com (tematica cara al regista, ripresa anche in Twin Peaks) e dialoghi senza senso, avvengono strani avvenimenti sovrannaturali. Creata nel 2002, alcune parti della serie vennero inserite da Lynch nel suo Inland Empire del 2006; alcune battute dei conigli come «Tanto lo scoprirò un giorno» e «Nascondo un segreto» vengono ripetute dalla protagonista del film al marito, associando così i due mondi sullo schermo. Dietro alle maschere da coniglio, David Lynch nasconde le due attrici (di Mullholand Drive) Naomi Watts e Laura Elena Harring, per continuare sulla stessa tematica del film: l’identità. Nascondendo così le loro fattezze, lascia che lo spettatore si concentri sui gesti degli strani personaggi e sui loro movimenti.
Rabbits è un’analisi della psiche umana, della nostra parte più nascosta.
L’appartamento in sé sembra una quinta di teatro, a darci un senso di artificialità, e questa stessa atmosfera viene sottolineata anche dalla ripetitività dei gesti. Ma Rabbits è anche un’analisi della mancanza di comunicazione tra un individuo e l’altro, anche se sotto lo stesso tetto: i dialoghi sembrano non avere senso ma, se analizzati singolarmente, ci offrono un ritratto profondo dei personaggi, soprattutto della figlia Suzie. Torna l’elemento dell’ambiente familiare, in cui accadono cose strane, e il soprannaturale, con le apparizioni in rosso di paurose figure, a sottolineare come la nostra stabilità possa essere distrutta dal caos.
Lo stupido costume da coniglio: Donnie Darko
Frank è un coniglio gigante alto 2 metri, “amico immaginario” di Donnie, protagonista di Donnie Darko, pellicola del 2001 di Richard Kelly, che parla di un adolescente scampato alla morte e che per 28 giorni abiterà in un mondo tangente. Una notte a Donnie appare Frank, un coniglio gigante, che gli dice che il mondo finirà tra 28 giorni, 6 ore, 42 minuti e 12 secondi. Questa è la durata della dimensione in cui vivrà Donnie.
Durante questo tempo Frank gli farà compiere delle azioni vandaliche che permetteranno di scoprire il marcio della cittadina e ciò che si nasconde in realtà sotto al perbenismo della bigotta popolazione. Anche qui la presenza del coniglio si accompagna ad angoscia, inquietudine e alienazione. Cult la citazione «Perché indossi quello stupido costume da coniglio?»/«Perché indossi quello stupido costume da uomo?».
Mr. Rabbit: il coniglio bianco di Utopia
Anche il mondo delle serie tv non è estraneo ai conigli giganti. Il più cattivo a nostro avviso è Mr. Rabbit di Utopia, serie tv inglese cult del 2013 della quale Prime Video ha recentemente rilasciato il remake americano. Utopia è un fumetto che al suo interno, se decifrato, nasconde il futuro della terra, tra complotti, intrighi e pandemie. Il cattivone di turno è proprio Mr. Rabbit, un coniglio gigante bianco con gli occhi rosso sangue. In effetti, se ci pensiamo, proprio uno dei conigli più inquietanti è proprio il classico roditore da laboratorio: occhi rossi, alienato e apatico. È da qui che sembrerebbe prendere spunto l’iconografia di Mr. Rabbit: un coniglio senza pietà che, anziché essere paffutello e saltellante, vuole alleggerire la terra dalla piaga dell’umanità.
Ecco alcuni dei più inquietanti conigli cinematografici. Quando prende forma antropomorfa, diventando simile a noi, questo animaletto si trasforma in una figura inquietante che riesce a indagare la parte più intima e nascosta della nostra identità e della nostra psiche. Motivo per cui è così tanto usato dagli autori e perché terrorizza così anche gli spettatori più affezionati dei weird movies.