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'Round Midnight – A mezzanotte circa (1986): la recensione del capolavoro di Bertrand Tavernier

01/04/2021 20:34

Marcello Perucca

Recensione Film, Film Cult, Film Drammatico, Martin Scorsese, Film Musicale, Film Francia, Film USA, Bertrand Tavernier, Herbie Hancock,

'Round Midnight – A mezzanotte circa (1986): la recensione del capolavoro di Bertrand Tavernier

Un omaggio appassionato di Bertrand Tavernier al jazz e al mondo della musica

Bertrand Tavernier se ne è andato il 25 marzo 2021, un mese prima dal suo ottantesimo compleanno. Era nato a Lione il 25 aprile 1941, città che lasciò dopo pochi anni per trasferirsi, con la famiglia, a Parigi.

La sua morte ha lasciato un grande vuoto in tutti coloro che lo hanno apprezzato sin dai tempi de L’orologiaio di St. Paul, primo lungometraggio del 1974, con protagonista Philippe Noiret: attore feticcio e suo alter ego in numerosi film. E Philippe Noiret appare per pochi secondi anche in uno dei film di Tavernier più famosi e amati dal pubblico: ‘Round Midnight – A mezzanotte circa (1986), appassionato omaggio al mondo del jazz, ai suoi interpreti e ai suoi miti.

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È un biopic immaginario, ambientato alla fine degli anni ’50 nella Parigi dei localini e dei club in cui si esibivano musicisti noti e meno noti. Dove si percepiva quella vitalità prodromo del fermento culturale che avrebbe caratterizzato il decennio successivo e che sarebbe sfociato nel ‘68.

 

Tavernier ha voluto omaggiare quel mondo inventando il personaggio del sassofonista Dale Turner, interpretato da un attore sui generis: il jazzista Dexter Gordon, uno dei grandi interpreti di questo genere musicale. Per questo personaggio, Tavernier si è ispirato alla figura del pianista bebop Bud Powell, guardando, inoltre, al tenorsassofonista Lester Young. Due figure carismatiche che, con la loro musica, hanno rivoluzionato il genere e il modo di suonare jazz.

In particolare, molti episodi che vengono raccontati nel film, appartengono effettivamente alla vita di Bud Powell: come i problemi di alcolismo e tossicodipendenza, che contribuirono ad aggravare la sua già precaria salute mentale, costringendolo a periodi di degenza nelle cliniche psichiatriche. In uno dei templi parigini del jazz, il Blue Note di rue d’Artois (ricostruito in maniera puntigliosa da Alexandre Trauner), si esibisce in una prolungata tournée Dale Turner, fra i più acclamati jazzisti sulla scena.

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Dale, proveniente dagli Stati Uniti, afflitto da seri problemi di alcolismo, suona ogni sera nel locale.

E ogni sera un appassionato jazzofilo squattrinato lo ascolta accovacciato davanti a una finestrella che si apre a livello del marciapiede. È Francis Borier (François Cluzet), un disegnatore che vive solo con la figlioletta Berangére (Gabrielle Haker) che abbandona ogni sera per poter andare ad ascoltare Dale e il suo quintetto.

 

Sino al giorno in cui, vincendo la timidezza, Francis avvicinerà il musicista, dimostrandogli da subito ammirazione per la sua musica e un sentimento che sfocerà ben presto in amicizia. Francis inizierà così ad occuparsi di Dale, seguendolo ogni sera al Blue Note, ospitandolo a casa sua e tenendolo lontano dalla bottiglia. Sino ad accompagnarlo a New York, quando il sassofonista deciderà che è giunto il momento di tornare a casa.

In America, Dale riscoprirà la fatica di vivere che lo farà sprofondare nuovamente nei suoi incubi una volta che Francis lo lascerà per tornare a Parigi, dopo averlo pregato di partire con lui. Fra impresari che non pensano ad altro che ad arricchirsi alle sue spalle (Martin Scorsese nella parte del fastidioso e meschino Goodley) e spacciatori che ripiombano come falchi su di lui, il musicista andrà incontro al suo destino. Mentre a Francis non resterà altro che perdersi nei ricordi.

La figura di Francis Borier è chiaramente ispirata a quella di Francis Paudras, disegnatore e appassionato di jazz che, nei cinque lunghi anni in cui Bud Powell soggiorna a Parigi, si prende cura di lui, aiutandolo a superare gli enormi problemi con l’alcol. Per poi seguirlo in America quando il pianista deciderà di farvi ritorno. Allo stesso tempo, i riferimenti a Lester Young si percepiscono soprattutto per lo strumento suonato da Dale Turner e per il tipico cappello, compagno inseparabile di Young; oltre che per l’appellativo di “lady” che, come era uso fare Lester Young, Dale Turner dispensa a tutti gli amici e al suo strumento.

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‘Round Midnight – A mezzanotte circa prende il titolo da un famosissimo standard scritto da Thelonious Monk: è un omaggio appassionato di Bertrand Tavernier a quel mondo e a quella musica. Ma è, soprattutto, un film che parla di solitudine e del legame intenso di un’amicizia che può, in qualche modo alleviarne il peso.

Dale e Francis sono uomini soli che hanno come unico scopo di vita la musica, l’uno da esecutore, l’altro da consumatore. Tavernier è bravo a colmare il distacco che, normalmente, è presente fra queste due categorie, facendo scendere l’idolo dal palcoscenico per accostarlo agli umani che lo acclamano e mostrandone tutte le fragilità. Con alcuni accenni ai torti subiti da Dale nel corso della sua vita, legati al profondo razzismo che ha dovuto subire in prima persona per il colore della sua pelle e che ne hanno segnato il carattere e la psiche.

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L’amicizia che si instaura fra i due è pertanto un rapporto necessario a entrambi per superare i propri limiti e le proprie paure. Un’amicizia che va oltre la semplice passione per il jazz che li accomuna. Nonostante la musica permei tutto il film, si può dire che la pellicola di Tavernier, autore anche della sceneggiatura, eleva il jazz a personaggio principale, facendogli ruotare attorno le vite dei protagonisti. È anche per questo che la scelta del regista lionese, per quanto riguarda gli attori, è caduta su grandi nomi del jazz contemporaneo.

Dexter Gordon (ormai alla fine della carriera, morirà di lì a quattro anni) dimostra in questo film una grande presenza scenica, nonostante questo sia stato il suo primo e unico film da attore. Oltre a lui, vediamo suonare nel club parigino e sui vari altri palchi numerosi grandi musicisti. Artisti del calibro di John McLaughlin, Pierre Michelot (che suonò davvero con Bud Powell nelle serate del Blue Note), Wayne Shorter, Freddie Hubbard, Ron Carter, Tony Williams, Cedar Walton, e numerosi, ottimi, comprimari. Il pianista Herbie Hancock, oltre a interpretare il personaggio di Eddie Wayne, è il compositore della colonna sonora per la quale ha vinto l’Oscar nel 1987. 

Pur se non privo di difetti, soprattutto a livello del montaggio, che predilige le lunghe session sul palco all’azione, messa un po’ in secondo piano, ‘Round Midnight – A mezzanotte circa è un film che colpisce per la capacità di descrivere un mondo senza mitizzarlo. Bertrand Tavernier ha voluto, con questa opera, rendere un tributo d’amore al jazz che non può non colpire chi, di quella musica, è innamorato.


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Genere: musicale, drammatico

Titolo originale: Autour de Minuit

Paese, Anno: Francia/USA, 1986
Regia: Bertrand Tavernier

Soggetto: Bertrand Tavernier, David Rayfiel

Sceneggiatura: Bertrand Tavernier, David Rayfiel

Fotografia: Bruno de Keyzer

Montaggio: Armand Psenny

Interpreti: Dexter Gordon, François Cluzet, Gabrielle Haker, Sandra Reaves-Phillips, Lonette McKee, Christine Pascal, Herbie Hancock, Cheikh Fall, Arthur French, John Berry, Hart Leroy Bibbs, Ron Carter, John McLaughlin, Frédérique Meininger, Eddy Mitchell, Philippe Noiret, V. Gabriella Platt, Billy Higgins, Bobby Hutcherson, Eric Le Mann, Ged Marlon, Palle Mikkelborg, Pierre Mihelot, Michel Perez, Pierre Trabaud, Martin Scorsese, Wayne Shorter, Mads Vinding, Benoît Régent, Liliane Rovere, Alain Sarde

Musiche: Herbie Hancock

Produzione: Warner Brothers, PECF

Distribuzione: P.I.C.

Durata: 130'

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