Halloween Kills (2021), la recensione: Jamie Lee Curtis torna nella saga, in un'operazione nostalgia che non funziona

Presentato Fuori Concorso a Venezia 78, con il Leone d’Oro alla Carriera a Jamie Lee Curtis, David Gordon Green riporta sul grande schermo il cast originale dei precedenti Halloween. E anche la storia è uno spaccato tra passato e presente: vediamo ciò che è accaduto nell’Halloween originale e quello accade nel contemporaneo.

Ci sono tutti, manca solo Laurie che in uno taglio netto di montaggio vediamo immersa nell’azione: ferita, sa che Myers è tornato ed è convinta di averlo ucciso in un agguato nella sua cantina. Indovinate? Non è così.

David Gordon Green ci porta nelle atmosfere di quel cult che è Halloween di John Carpenter del 1978, nello stile e nella fotografia. Myers è tornato, ma non è solo lui il nemico degli abitanti della cittadina: è la paura l’antagonista di questo film, il terrore che crea mostri proprio tra i cittadini e la gente comune.

Alla caccia all’uomo partecipano tutti... tranne Laurie, relegata nel letto di ospedale: riportare nella saga il nome di Jamie Lee Curtis è una grande operazione di marketing, ma speriamo non si fermi tutto qui e che il suo personaggio trovi sviluppo in quella che è già stata annunciata come una nuova trilogia.

Che Halloween Kills sia il primo capitolo di una trilogia è evidente: il film non decolla mai, sembra solo una preparazione a quello che succederà (speriamo) prima o poi. I colpi di scena sono studiati e prevedibili, fiumi di sangue invadono lo schermo senza però terrorizzarci mai davvero. 

 

Halloween Kills è un’operazione di fandom enorme ma poco altro. Per chi non conosce la storia è un film che risulta obsoleto, per i fan è troppo didascalico. Fin qui, operazione non riuscita. Speriamo questa nuova trilogia divenga più interessante con i prossimi episodi.