Che Stephen Chbosky fosse attratto dalle storie di buoni sentimenti non è certo una novità. Dopo Wonder e Noi siamo infinito, con Nonnas il regista statunitense firma una commedia per famiglie che si presenta fin da subito per quello che è: un film rassicurante, prevedibile, inoffensivo. Eppure, proprio in questa sua formula così accomodante, si annidano le scelte più discutibili.
Nonnas prende ispirazione dalla vera storia di Joe Scaravella, italoamericano di Staten Island che, dopo la morte della madre, decide di onorarne la memoria aprendo un ristorante particolare: in cucina non chef stellati ma nonne italiane, ciascuna con il proprio bagaglio di ricette, accenti e ricordi. Fin qui, l’idea è più che tenera. Sulla carta, anche efficace. Ma è proprio nello sviluppo narrativo che il film inciampa, scegliendo scorciatoie emotive e personaggi tratteggiati a colpi di cliché.
Il protagonista Joe, interpretato da Vince Vaughn (qui anche produttore esecutivo), è scritto come un santone della buona volontà: sempre pacato, cordiale, sorridente. Mai una parola fuori posto. Il suo dolore si intuisce, ma è talmente avvolto da buone intenzioni da risultare quasi irreale. Più che un uomo in cerca di riscatto personale, sembra il portavoce di uno spot sul valore della famiglia. Questo eccesso di bonarietà finisce per togliere spessore al personaggio, che resta piatto, costruito, in qualche modo artefatto.
Discorso simile per le “nonnas”, che dovrebbero essere l’anima del film. Il cast è prestigioso (Susan Sarandon, Talia Shire, Lorraine Bracco e Brenda Vaccaro), ma spesso le loro performance non risultano del tutto a fuoco, penalizzate da un doppiaggio italiano che esaspera le inflessioni dialettali fino a renderle caricaturali. Il risultato è un’imitazione poco credibile delle diversità linguistiche italiane, più vicina alla rappresentazione folcloristica che alla realtà. Come se il film filtrasse ogni cosa attraverso lo sguardo un po’ datato e stereotipato che gli americani ancora oggi riservano agli italoamericani: chiassosi, impertinenti, tutti spaghetti, mandolino e frasi dialettali.
Va riconosciuto però che Nonnas qualche momento lo azzecca. Quando smette di dare lezioni di perbenismo e comincia a mostrare le mani segnate dal tempo che impastano, affettano, mescolano, allora qualcosa arriva davvero. La cucina diventa il vero linguaggio emotivo del film: è lì che il racconto si fa sincero, tangibile, anche solo per pochi minuti. In quelle sequenze, più che nei dialoghi scritti per commuovere o far sorridere, si avverte un legame autentico con la memoria, con la tradizione, con un’idea di casa che non ha bisogno di parole.

Purtroppo, queste intuizioni restano isolate. Il film, nel suo complesso, preferisce seguire un sentiero noto, senza deviazioni. La direzione narrativa è chiara fin dalle prime battute e non ci si aspetta un cambio di paradigma, anche perché – trattandosi di una storia vera – l’esito è già scritto. Ma un po’ più di complessità in fase di scrittura e regia non avrebbe guastato (le nonne accettano la proposta di Joe in modo fin troppo sbrigativo).
Come detto, è una celebrazione stereotipata, ma priva di malizia: non ci sono mafie o linguaggio scurrile, niente violenza o drammi irrisolti. Dell'Italia si celebrano solo i pregiudizi “positivi”: il cibo, la musica, l’accoglienza. Eppure, anche questa leggerezza ha un peso, soprattutto quando viene usata come scorciatoia per evitare di approfondire i personaggi, i loro dolori, le loro scelte.
« In cucina non si invecchia. »
Nonnas è un film leggero che amalgama gli stereotipi sulla passione italiana e li soffrigge nel sogno americano, portando in tavola una commedia che neppure lontanamente si avvicina a Ratatouille della Pixar, ma che un po’ vorrebbe. Solo che, al posto di un topo con la passione per la cucina, abbiamo un proprietario che riscatta il nome della mamma chiamando un ristorante come lei, circondandosi di nonne che cucinano con amore e dove trova perfino spazio la voce fuoricampo di un critico che contribuisce al successo del locale.
Un film fin troppo perbenista, accomodante, bonaccione, che a qualcuno potrebbe anche andar bene così com’è. Perché, alla fine, la cucina è personale, intima, fatta di evocazioni che non si possono spiegare. Bisogna assaporarle. E se questo film vi ricorda il profumo di casa, anche solo per un attimo, allora forse ha fatto il suo dovere.
Genere: commedia
Titolo originale: Nonnas
Paese, anno: USA, 2025
Regia: Stephen Chbosky
Sceneggiatura: Liz Maccie, Jody Scaravella
Fotografia: Florian Ballhaus
Montaggio: Anne McCabe
Interpreti: Vince Vaughn, Susan Sarandon, Talia Shire, Lorraine Bracco, Brenda Vaccaro, Joe Manganiello
Colonna sonora: Marcelo Zarvos
Produzione: Fifth Season, Madison Wells, Matador Content
Distribuzione: Netflix
Durata: 111'
Data di uscita: 09/05/2025