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The Electric State (2025), la recensione del film "più costoso di Netflix" con Millie Bobbie Brown e Chris Pr

06/04/2025 15:00

Marco Filipazzi

Recensione Film, Netflix Original, Film USA, Anthony Russo, Joe Russo, Russo Brothers, Milly Bobby Brown, Chris Pratt, Film Azione, Film Avventura,

The Electric State (2025), la recensione del film "più costoso di Netflix" con Millie Bobbie Brown e Chris Pratt

Sin dal suo annuncio, The Electric State è stato sbandierato come «il film più costoso mai prodotto da Netflix» dall’alto dei suoi 320 milioni di paperdollari.

Sin dal suo annuncio, The Electric State è stato sbandierato come «il film più costoso mai prodotto da Netflix» dall’alto dei suoi 320 milioni di paperdollari. Per fare una proporzione Avengers: Infinity War è costato la stessa cifra, per Il cavaliere oscuro Nolan ha speso 100 milioni in meno e Bay con i Transformers (per stare in tema robottoni) idem. Perciò la prima domanda è: servono davvero tutti questi soldi per raccontare una storia? E la seconda, abbastanza consequenziale: The Electric State è davvero una storia che vale la pena raccontare?

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Storia di The Electric State è il più costoso film Netflix di sempre

Partiamo dalla considerazione che le produzioni originali Netflix non sono quasi mai sinonimo di qualità e nella maggior parte dei casi risentono di un appiattimento di toni e contenuti per cercare di soddisfare quanti più spettatori possibili e non perdere abbonamenti. La strategia del colosso dello streaming è infatti sempre stata quella di puntare sulla quantità, motivo per cui ogni mese veniamo travolti da una valanga di titoli, la maggior parte dei quali passa del tutto inosservata. Nella migliore delle ipotesi uno di questi (in questo periodo è Adolescence) solleva un gran polverone e riesce a rimanere tra i trend dei social per una manciata di settimane.

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The Electric State parte da un’ottima base, ovvero la graphic novel omonima di Simon Stålenhag, artista svedese che già aveva ispirato la serie Tales from the loop (era Prime Video e il risultato fu eccezionale!) creando un immaginario retrofuturistico visivamente suggestivo, distopico e vagamente inquietante.

 

Meno hype l’ha suscitato l’annuncio di chi avrebbe guidato il progetto: i fratelli Russo. Anthony e Joe Russo sono la maestranza che ha realizzato il secondo più grosso incasso della storia del cinema, Avengers: Endgame (incasso ottenuto non grazie alla loro visionarietà, bensì perché la Marvel ha fomentato i fan per un decennio prima di arrivare a quel film), ma che al di fuori di quel progetto non si sono mai dimostrati registi degni di questo nome. Chi di voi ricorda Cherry – Innocenza perduta? E The Grey Man, sempre prodotto da Netflix? Ecco… ci siamo capiti.

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Poi è stata annunciata come protagonista Millie Bobbie Brown, ovvero la Undici di Stranger Things. Per quanto quel ruolo l’abbia consacrata a icona, dove l’ha portata la sua carriera? Ha fatto una piccola comparsata nel MonsterVerse, è stata protagonista di Enola Holmes 1 e 2, di Damsel e ora di questo The Electric State… in pratica non è mai apparsa fuori dalle produzioni targate Netflix.

 

Ma, nonostante queste premesse tutt’altro che incoraggianti, se una casa di produzione investe 320 milioni di dollari in un film, ne dovrà pur valere la pena: perciò, sgomberando la mente dai preconcetti, abbiamo visto The Electric State. 

Di cosa parla The Electric State

Il film si svolge in un passato alternativo (sono gli anni ’90) in cui gli USA hanno dovuto affrontare una guerra civile contro i robot, messi al bando e confinati in una zona isolata del paese.

 

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La storia inizia quando Michelle (Millie Bobbie Brown) incontra un robot cosciente che sostiene di essere suo fratello, dato per morto anni prima.

I due inizieranno quindi un viaggio attraverso il paese che sarà la scintilla per una nuova ribellione.

Cosa non funziona in The Electric State

I personaggi sono scritti con il pilota automatico, resi macchiettistici e privi di guizzi. Millie Bobbie Brown è una protagonista generica il cui personaggio è caratterizzato solo dal fatto di aver perso il fratello in un incidente stradale. Chris Pratt (sì, c’è anche lui) praticamente rifà Star Lord, ma questa volta con i capelli lunghi e i baffoni perché dobbiamo sottolineare che siamo negli anni ’90. Ci viene presentato come un fuorilegge dal cuore d’oro mentre in sottofondo suona I fought the law dei Clash… più didascalico di così.

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Anche l’interazione tra personaggi procede senza una sbavatura né tantomeno una logica, ma solo perché la storia deve andare in quella direzione. Ad esempio, quando i due protagonisti si incontrano per la prima volta - sono perfetti sconosciuti e Pratt imbraccia il fucile - lo scambio di battute è questo (trascrizione letterale):

 

«Sei una ragazzina!»

«WOW! Sei un genio ».

«Sì, è vero».

 

Ecco, questo è il livello della sceneggiatura.

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Chi è lo spettatore tipo di The Electric State?

L'altro grosso problema è il target di riferimento. L’accanimento delle citazioni anni ’90 spinte dentro a forza (Masters of the universe, Action Man, la musica) farebbero pensare a un effetto nostalgia che faccia breccia nel cuore dei quarantenni che quel periodo l’hanno vissuto, ma il livello di scrittura e il tono generale del film - le battutine infantili, forzate ogni 2 minuti (ce ne fosse una che fa ridere!), fanno a cazzotti con l’atmosfera distopica sfondo della vicenda - fa pensare a un prodotto rivolto a una fascia di pubblico anagraficamente molto più bassa, che negli anni ’90 neppure esisteva. 

Di buono c’è il comparto visivo  - certo: con 320 milioni e delle tavole illustrate come base, sbagliare pure quello sarebbe stato davvero da fenomeni -  ma ci dobbiamo accontentare della tv di casa, senza godere della possibilità di immergerci in questo mondo attraverso lo schermo di un cinema. Ma, anche qui, le battaglie sono prive di pathos generale e a questi personaggi bidimensionali è davvero difficile affezionarsi.

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Se davvero esiste un multiverso, vogliamo credere che là fuori qualcuno possa godere di una versione capolavoro di The Electric State. Una versione fedele al fumetto, in cui i protagonisti attraversano un’America distrutta dalla guerra civile contro i robot; con toni che non sono quelli di una commedia con Fabio DeLuigi, ma qualcosa di oscuro e pessimistico che si avvicina alla Civil War di Alex Garland. Una versione che riflette su temi come la segregazione, la deportazione, il dibattito sul confine etico tra uomo e macchine, imparando da distopie come Terminator, Black Mirror o Love, death & robot e ci mettono in guardia dalla pericolosità delle nostre stesse creazioni. Una versione che sia frutto della visione di un regista, non di una maestranza.

Purtroppo, però, viviamo nel multiverso sbagliato e ci siamo beccati Netflix, i Russo e Undici. Il solo spunto di riflessione che ci rimane è che The Elecric State è un film talmente piatto e privo di ispirazione che pare scritto proprio da una IA. E non è questo il futuro del cinema.


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Genere: azione, avventura, 

Paese, anno: USA, 2025

Regia: Anthony Russo, Joe Russo

Interpreti: Millie Bobby Brown, Chris Pratt, Devyn Dalton, Ke Huy Quan, Stanley Tucci, Terry Notary, Martin Klebba, Patti Harrison, Adam Croasdell, Gabrielle Maiden

Sceneggiatura: Christopher Markus, Stephen McFeely

Fotografia: Stephen F. Windon

Montaggio: Jeffrey Ford

Musiche: Steve Jablonsky

Produzione: AGBO, Anthem & Song, BCD Travel, Double Dream

Distribuzione: Netflix

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