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7 Psicopatici

08/11/2012 11:00

Roberto Semprebene

Recensione Film,

7 Psicopatici

Se il cast selezionato per realizzare un film è quello giusto, anche la più surreale e complessa delle commedie può risultare un successo...

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Se il cast selezionato per realizzare un film è quello giusto, anche la più surreale e complessa delle commedie può risultare un successo. Lo sa bene Martin McDonagh, regista di 7 Psicopatici e già vincitore di un Oscar per il corto Six Shooter, che ha affidato i ruoli principali e secondari ad attori di riconosciuto talento come Colin Farrell, Sam Rockwell, Woody Harrelson, Christopher Walken, Tom Waits, Abbie Cornish e Olga Kurylenko.


La storia principale è riassumibile in poche righe: Billy e Hans arrotondano i loro ricavi rapendo cani per poi far finta di averli ritrovati e intascando le ricompense. Commettono però un errore: rapiscono la shin tzu di un boss mafioso, che farà di tutto per riavere la sua adorata Bonny.


Su questo semplice canovaccio, McDonagh innesta le storie dei sette psicopatici del titolo, ponendoli in un continuo intreccio e cortocircuito fra piani di realtà differenti, in una costruzione semiotica estremamente affascinante. È così che da quella che ciò che rispecchia il reale si rivela un racconto di finzione, che scopriamo essere al contempo il ricordo del passato di un altro personaggio, in un continuo gioco di rimandi che mescola le carte e dissemina indizi, per poi ricomporsi nell’epilogo. Al di là dell’architettura filmica, sono cast e dialoghi a dare vera forza ad un film per certi versi allucinato e per altri surreale. Tutti ben calati nelle rispettive parti e ottimamente affiatati, gli attori si rendono protagonisti di una interessante caratterizzazione dei singoli personaggi: Colin Farrell, se risulta poco credibile come sceneggiatore, è perfetto come irlandese alcolizzato; Walken inquietante ed efficace come psicopatico dissimulato e atarassico; Harrelson decisamente a suo agio in quelli del gangster spietato distrutto dalla pena per il suo cagnolino; ma è Rockwell il più abile nel delineare un personaggio dalla psiche indubbiamente disturbata e dalla sfaccettata personalità. Nel complesso 7 Psicopatici è un film atipico, intelligente tanto quanto fracassone, un’operazione metacinematografica divertente e curiosa, che può piacere sia a chi lo vedrà in modo disimpegnato, sia a quanti ne vorranno ricercare e interpretare i diversi livelli di lettura.


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