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Animals

08/12/2012 11:00

Erika Pomella

Recensione Film,

Animals

È difficile avere diciassette anni: in quell'era di transito tra l'infanzia e la maturità ogni sentimento viene vissuto con la potenza di un tornado...

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È difficile avere diciassette anni: in quell'era di transito tra l'infanzia e la maturità ogni sentimento viene vissuto con la potenza di un tornado. Lo sa bene Pol (Oriol Pla), timido ragazzino che passa le giornate a suonare musica nella sua camera con Deerhoof, un orsacchiotto di pezze che nessuno, a parte Pol, può vedere. Un amico immaginario che conforta Pol, che lo aiuta a non sentirsi solo in un mondo che lo esclude o che comunque non lo capisce. Tutti, però, devono diventare grandi; anche Pol che, dopo un incidente nei boschi, decide di aprirsi agli impulsi esterni. "Uccide" il suo amico immaginario, e si tuffa in una vita di cui Laia (Roser Tapies) e Ikari (Augustus Prew) rappresentano i due poli opposti. La prima, da anni innamorata dell'amico, cerca in ogni modo di creare un legame più empatico con il ragazzo. Il secondo, ultimo arrivato in città, è un giovane misterioso che attrae Pol sin dal primo istante. La morte improvvisa di una compagna di classe (Maria Rodriguez Soto) scuoterà ulteriormente l'esistenza del protagonista.


Opera prima del regista spagnolo Marçal Forés, Animals è una pellicola che scava nell'intimità di un adolescente tormentato e silenzioso, alla ricerca del proprio posto del mondo. E per farlo sceglie una via privilegiata, in equilibrio instabile tra realtà e visionarietà: l'amicizia immaginaria con un orso, espressa in un idioma poliglotta, misto tra inglese e spagnolo, conferisce al film un tono surreale spesso troppo ostentato a sfavore di una sceneggiatura che in più di un'occasione mostra le proprie fragilità. L'universo messo in scena da Forés sembra un circuito atemporale, dove tutto appare potenzialmente possibile. Gli incidenti nei boschi, le parole sussurrate, il sangue di un cane diventano tutti presagi di un destino che appare inevitabile. Tra ragazze morte e compiante, deliri visionari, i richiami che il film a Donnie Darko sono così numerosi e palesi che smettono di essere semplici omaggi e finiscono col diventare influenze piuttosto forti. Pol è un ragazzo esiliato dalla sua stessa quotidianità, lontano dai crucci dei suoi compagni di classe. Persino con Laia, la sua migliore amica, i rapporti sembrano rispondere a regole delle quali non riesce a comprendere il funzionamento. Proprio Jake Gyllenhall nella pellicola di Richard Kelly, Oriol Pla presta il viso ad un ragazzo su cui aleggia un senso di pre-determinazione: ogni sequenza, ogni singolo fotogramma, anche quello più palesemente scollegato dal resto, sembra tendere verso un punto specifico.


Forés però sembra più di tutto interessato ad analizzare la condizione dell'adolescenza come periodo di transizione, spesso traumatica o difficile da affrontare da soli. La gioventù messa in scena tenta in qualche modo di combattere per la propria posizione nel mondo e per il rispetto di questa fase di sviluppo. Pol è un ragazzo che, oltre al suo posto del mondo, cerca di individuare la sua stessa natura, scavando dentro i propri desideri per riuscire a venire a capo del più grande mistero: se stesso. Oltre a questo, però, si staglia come elemento di disturbo in quel gruppo di studenti che vengono sconvolti dall'arrivo della morte nella loro vita e che decidono di reagire in maniera grottesca in quello che è un chiaro rimando a Elephant di Gus Van Sant. Nonostante gli spunti interessanti, e pur tenendo conto che si tratta di un lungometraggio d'esordio, Animals è un film riuscito solo a metà. Troppo lunghi i tempi morti, e una sceneggiatura che non arriva mai a mettere in luce tutte le varie componenti del racconto. Resta il coraggio di un regista con un chiaro punto di vista che, si spera, potrà fare di meglio in futuro.


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