L'idolo dei teen-ager, Daniel Radcliffe, torna al cinema in qualità di protagonista di Kill Your Darlings, ennesimo tentativo di riesumare la beat generation di Allen Ginsberg, William Burroughs, Jack Kerouac, che racconta i personaggi del movimento prima che diventassero noti, mostrandoli per quello che erano, un branco di giovani ribelli. 1944. Allen Ginsberg, al suo primo anno alla Columbia University, desta la curiosità del giovane e affascinante Lucien Carr, studente di qualche anno più grande che diventerà la sua guida spirituale all’interno dell’università . Durante scorribande notturne e partecipazioni a feste tutt’altro che tranquille il giovane ha modo di incontrare William Burroughs e Jack Kerouac. Le loro sconclusionate riunioni e il loro delirio verbale li porterà a decidere di gettare le basi del manifesto della Beat Generation, ma non senza farne tutti in qualche modo le spese. L’andamento del racconto non ci dice però nulla di nuovo: gli espedienti registici per evitare che si urli alla noia sono in realtà pochi (e anche questi già visti): il rock che si alterna al jazz, il gioco di montaggio veloce, frenato da momenti più lenti. In realtà però l'unico elemento interessante che fa da cardine alla storia è il rapporto tra i due personaggi principali. Tolte alcune sequenze suggestive dal punto di vista grafico il pregio della pellicola è che riusciamo a conoscere Allen, Jack e William a prescindere dai loro cognomi. La scelta però di usare registri più 'giovani' per descrivere temi come il fermento intellettuale e la nascita di nuove correnti culturali svilisce il film, che appare come una patinata serie per ragazzi e perde così una buona fetta di pubblico. Nonostante Radcliffe dimostri una certa maturità attoriale che lo rende quasi credibile nel giovane Ginsberg, l'opera prima di John Krokidas non riesce a premiare i suoi sforzi.