La Formula 1 moderna ci ha abituato a gare in cui a fare la vera differenza è l’aspetto tecnico e l’evoluzione tecnologica: il pilota continua ad essere determinante ma complessivamente l’appiattimento dei fattori di competizione sulla qualità dei mezzi ha reso lo spettacolo quasi soporifero. C’è stato un tempo però in cui si era ancora molto lontani da questa situazione, un tempo in cui se anche il fattore tecnico aveva rilevanza, quello umano continuava a prevalere e a regalare emozioni come oggi non se ne provano più. Ron Howard racconta una delle rivalità di questo tempo ormai passato, focalizzando l’attenzione sulla crescita parallela di due campioni che non potrebbero essere più diversi l’uno dall’altro: il compassato Niki Lauda (Daniel Brühl) e il vulcanico James Hunt (Chris Hemsworth), rivali fin dai tempi delle gare nei campionati minori, e giunti all’apice delle loro carriere alla metà degli anni ’70. Ron Howard si concentra in particolare sul drammatico campionato del ’76, in cui Niki Lauda rimase gravemente ustionato in seguito a un incidente di gara per tornare però alle corse nel giro di soli 42 giorni e cercare di difendere il titolo dal recupero di Hunt. Senza timori di smentita, Ron Howard confeziona il più bel film sulla Formula 1 che sia mai stato realizzato, dando il senso di tutti quegli aspetti che rendono o hanno reso affascinante il mondo delle competizioni automobilistiche: la tensione pre-gara, il rombo assordante dei motori, l’adrenalina dei testa a testa, l’inebriante velocità e il costante rimpiattino con la morte. In questo contesto di emozioni estreme, il regista riesce a calare il racconto di due uomini profondamente diversi eppure uniti da una volontà comune, esaltata dalla loro rivalità . Ottimi i due attori protagonisti, ma non si pensi che i due siano da soli sullo schermo: Alexandra Maria Lara, Olivia Wilde e anche Pierfrancesco Favino animano con efficacia i caratteri comprimari. Ognuno dei personaggi dona spessore ad una storia che è di per sé straordinaria in quanto ispirata a fatti reali, ma che nutre la propria concretezza con una costruzione filmica attenta ad ogni dettaglio, dai raccordi fra le situazioni alla profondità dei dialoghi e dei monologhi, che spaziano dalla descrizione all’emozione, rendendo anche sul piano dialettico le profonde differenze fra Lauda e Hunt. La ricostruzione del contesto corsistico e storico è altrettanto meticoloso e veder tornare in pista i bolidi degli anni ’70 è emozionante tanto per chi segue la storia della Formula 1 quanto per chi allo sport non è interessato. Le sequenze in cui si vedono in azione i motori in ricostruzioni alla Fast and Furious, lungi dall’essere fini a se stesse, sottolineano cambi di ritmo anche a livello di narrazione. A completare e dare valore aggiuntivo al film, Hans Zimmer, con la solita grande perizia, firma la colonna sonora di un film che merita di essere visto sul grande schermo.