Nella Detroit del 2018 si trova il quartiere di Brick Mansions, luogo di corruzione e di traffici illegali, dove la criminalità la fa da padrone. Per superare il problema, le autorità ergono delle mura attorno a Brick Mansions per proteggere i cittadini dalla violenza del quartiere. Un poliziotto sotto copertura dovrà entrarvi per fermare Tremaine, capo e signore della droga. Se vi sembra una storia nota è perché Brick Mansions è il remake americano della pellicola francese del 2004 Banlieue 13, scritta e prodotta da Luc Besson. Il famoso regista francese riprende il ruolo di produttore anche per questo film: nel cast oltre al protagonista dell'originale francese David Belle (fondatore della disciplina del Parkour) anche Paul Walker nella sua ultima interpretazione. Il regista Camille Delamarre, qui al suo esordio registico, dirige un convenzionale action movie che si limita a ripetere la storia della pellicola da cui è tratto, senza trovare una propria originalità visiva o un punto di vista inedito nello svolgere della trama, ma spostando solamente l'ambientazione da Parigi a Detroit, senza che questo tuttavia diventi un punto di forza. Sparatorie, inseguimenti, combattimenti corpo a corpo, parkour tra i tetti e sequenze coreografate in maniera spettacolare ma anche prevedibile per lo spettatore più smaliziato. Oltre il basico piacere che si può provare per le dinamiche di genere, Brick Mansions non offre quasi nulla. Dalle dinamiche tra i personaggi, alla loro evoluzione, ai colpi di scena, tutto rientra in una linearità fin troppo semplicistica, oltre che già vista. Nella sua limitata durata, Brick Mansions scorre con gusto ed è anche pragmatico perché mostra quello che era nelle sue intenzioni, mantenendo le basse aspettative. Un action puro e semplice, ludico nel senso più positivo: strutturato come un videogame a livelli dove i due protagonisti combattono avversari fino al boss finale. Però a fine visione il rischio è di dimenticarsi in fretta di quello che si è appena visto, e di ricordare questa pellicola più per essere l'ultima recitata dal compianto Paul Walker che per effettivi meriti.