Negli anni ’90 la televisione pubblica mandò in onda Children of the Dark, storia di due bambine costrette a vivere al buio perché la luce del sole – e in buona parte qualsiasi fonte di luce troppo forte – le feriva al punto da minacciarne la vita stessa. La pellicola metteva in scena la difficile esistenza che devono affrontare coloro che sono affetti dalla Xeroderma Pigmentosum, una malattia piuttosto rara che rende letale il contatto con la luce solare. Ed è proprio questa malattia e, soprattutto, il modo di sopraffarla ad essere al centro di The Dark Side of the Sun, documentario firmato da Carlo Shalom Hintermann e Lorenzo Ceccotti, presentato in anteprima al Festival Internazionale del Film di Roma e che ora arriva al cinema, a distanza di tre anni, grazie a Microcinema. Per un bambino sfuggire alla luce del sole è qualcosa di doloroso, a tratti umiliante; è un obbligo che pesa come un macigno, perché in sé porta impressa l’effige della solitudine, dell’esclusione, della diversità . Non potersi comportare come gli altri, non poter condividere le ore di luce con i propri coetanei è qualcosa che potrebbe minare il buon umore di chiunque, specie di bambini che hanno solo voglia di vivere la propria infanzia. Eppure è a questo mondo oscuro che sono destinati coloro che soffrono di Xeroderma Pigmentosum; una vita al buio, avvolta nelle tenebre, privata quasi del potere salvifico del sole. Eppure c’è chi non si è arreso: nello stato di New York, infatti, esiste Camp SunDown, un campo estivo in cui i bambini possono giocare e vivere avventure incredibili, senza mai sentirsi esclusi. Da tutto il mondo, genitori e prole giungono a questo luogo di inclusione e divertimento, e lì tutti sono liberi di essere semplicemente quelli che sono, senza limiti o discriminazioni. The Dark side of the Sun è un commovente documentario realizzato con la tecnica mista del live action e dell’animazione – quest’ultima serve a dare forma e concretezza ai sogni dei più piccoli – che invece di raccontare le brutture di una malattia rara e infame, si sofferma soprattutto sul modo di sopraffarla, sul modo di rialzarsi dopo l’ennesimo colpo del destino. Lo schermo allora si riempie di questi figli della notte che, pur nel loro handicap, ridono, giocano e si divertono. Tutto alla ricerca di una luce surreale e sfuggente: come quella delle stelle o quella delle lanterne che fanno volare di notte. I bambini di questo documentario sono come falene, affascinati dalla luce, ma impossibilitati ad avvicinarvisi, per non rischiare l’annientamento. Quello che The Dark Side of the Sun offre al pubblico è un nuovo punto di vista, un cambiamento di prospettiva che tocca il cuore e che ha del rivoluzionario. Carlo Shalom Hintermann e Lorenzo Ceccotti si avvicinano alla realizzazione tecnica di questo prodotto filmico accantonando la veste canonica di documentario, e indirizzandosi piuttosto verso uno strano mélange di realtà e sogno, una sorta di terra di nessuno dove è la storia a dettare lo stile registico, e non il contrario. Si ottiene un racconto lunare, pieno di lucciole e lampi di luce, di sogni e speranze e di bambini che sorridono, nonostante tutto.