photo

NETFLIX

copertine blog.jpeg

NOW TV

le parti noiose tagliate
footer

facebook
twitter
linkedin
youtube
pinterest
instagram
pngwing.com(17)
sis nero
sisbianco
sisbianco

REDAZIONE
Via Carlo Boncompagni 30
20139 Milano (MI)
+39 340 5337404
ufficiostampa@silenzioinsala.com

 

REDAZIONE
Via Carlo Boncompagni 30
20139 Milano (MI)
+39 340 5337404
ufficiostampa@silenzioinsala.com

 

un progetto di Piano9 Produzioni

CONTENUTI IN EVIDENZA

Duran Duran Unstaged

22/07/2014 11:00

Riccardo Tanco

Recensione Film,

Duran Duran Unstaged

Il regista David Lynch filma col suo stile il concerto dei Duran Duran avvenuto nel 2011 al Mayan Theater di Los Angeles...

27561-.jpeg

Il regista David Lynch filma col suo stile il concerto dei Duran Duran avvenuto nel 2011 al Mayan Theater di Los Angeles. Disponibile in sala per soli tre giorni (21-22-23 luglio) la curiosa collaborazione tra il regista americano e la band inglese, già originariamente diffuso tre anni fa sulla piattaforma Vevo, inizia con l'introduzione di Morgan che suggestiona lo spettatore, dando i motivi per cui Duran Duran Unstaged è un'opera a suo modo unica: l'incontro tra un regista fondamentale e visuale come Lynch e la musica di una delle band più famose del mondo che ha rivoluzionato parte dello scenario musicale pop degli ultimi 30 anni.


E sulla carta una fusione tra la visionarietà lynchiana con la musica di Simon Le Bon e compagni poteva portare a una pellicola piena d'interesse. Un'unione particolare tra immagine e suono, due eccentricità artistiche che sprigionano la propria creatività. Purtroppo già a partire dalla prima canzone si assiste a un film sbagliato, che non centra mai i suoi obiettivi di fusione tra immagini e musica e pare, nonostante i nomi coinvolti, un prodotto falso-sperimentale che non sa dove andare e soprattutto a chi vuole arrivare. Più convenzionale e classico nella sua struttura di quanto non si pensi a prima vista, la pellicola propone in primo piano la musica del concerto dei Duran Duran e in sovraimpressione quasi fosse un'altra pellicola, i “giochi” cinematografici di Lynch. Così mentre la band suona, sullo schermo vediamo autostrade sfocate, volti di bambini, animali, elementi naturali contrasti di luce, fumi virtuali, split screen e lenti deformate. Tutto teoricamente apprezzabile ma non riuscito perché Duran Duran Unstaged non si amalgama col suo modus operandi; inoltre, la sensazione di assistere ad una crasi tra l'apparato visivo di Lynch (più povero e banale del solito, va detto) e le canzoni non si ha mai, ma si ottiene l'effetto opposto. Il concerto va da una parte e Lynch che sperimenta dall'altra. Si potrebbe pensare sia voluto, un caos di messa in scena preparato ma le associazioni di sguardo sono superficiali e finiscono per disturbare lo svolgere del concerto.


Così mentre si suona Reach up for the Sunshine appare un grande sole giallo al centro dell'inquadratura, se la canzone è The man who stole a leopard arrivano puntuali immagini sfocate di leopardi, su Planet Earth, un gigante pianeta Terra invade lo schermo. Lynch alla maniera di se stesso, povero e svogliato nel ricreare qualcosa d'interessante. Duran Duran Unstaged, se non sapessimo chi è il regista, sembrerebbe un esperimento di un videomaker esordiente, che si è divertito a sovrapporre immagini durante un concerto dei Duran Duran senza un percorso tematico e stilistico da seguire e che non sorprende ma annoia e irrita. Alla fine i fan della band lo troveranno piacevole riuscendo a sopportare i suppellettili visivi di Lynch, ma le parole di Morgan nell'introduzione, “un'opera unica e mai vista”, a fine visione suonano come una grande presa in giro.


ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER

cinemadvisor

Silenzioinsala.com © | All Right Reserved 2021 | Powered by Flazio Experience e Vito Sugameli


facebook
twitter
linkedin
youtube
pinterest
instagram

facebook
twitter
linkedin
youtube
pinterest
instagram

ULTIMI ARTICOLI

joker