Chi è stato bambino della decade scintillante degli anni ’80 è pressoché impossibile non abbia fatto la conoscenza, almeno saltuaria, della simpatica Ape Maia, vera e propria icona del decennio. Nata dalla penna di Waldermar Bonsels - che l’ha posta al centro di una serie di libri per i più piccoli - la simpatica ape è adesso protagonista di una pellicola omonima, che il regista Alexs Stadermann porta sul grande schermo decidendo di tramandare anche alle nuove generazioni il messaggio positivo e semi-ecologista di questo insetto dalla faccia buffa. Grazie all’utilizzo dell’ormai imperante CGI. Maia (che, nel film, viene doppiata dalla voce storica di Antonella Baldini) è nata in un alveare prosperoso, dove tutti sono molto attenti a seguire un modus operandi che fa della disciplina il proprio marchio distintivo. Maia, che ha invece un’indole avventurosa e allegra, fatica non poco a sottomettersi alle rigide regole del suo luogo natio: il suo sogno è quello di volare libera al di fuori dei suoi confini, verso il prato colorato che per la sua gente è assolutamente off limits, dominato com’è dai calabroni, acerrimi nemici delle api. Quando il suo desiderio di scoperta e di peripezie la porta a cacciarsi nei guai, Maia viene cacciata dall’alveare. L’esilio, però, per la piccola Ape non è altro che libertà e possibilità di fare altre amicizie. Sarà proprio grazie a questa curiosità che Maia riuscirà a scoprire un complotto volto alla distruzione dell’ordine nell’alveare. La visione de L’ape Maia – il film non può prescindere da una premessa fondamentale: la pellicola di Alexs Stadermann presenta sè stessa già attraverso il titolo. Il regista, infatti, ha confezionato un prodotto estremamente sincero che non avanza pretese di sorta e che non si innalza a un livello che difficilmente potrebbe raggiungere. L’ape Maia – il film è esattamente questo: un'opera per i più piccoli con al centro della storia l’archetipo dell’anima assetata di conoscenza, che non accetta restrizioni di nessun tipo e vuole solo esplorare il mondo che preme contro i muri di un’esistenza troppo ordinata e, a tratti, sterile. Progetto che porta in sé la traccia evidente di un recupero nostalgico di un passato che appare sempre più evanescente, L’ape Maia – il film è un prodotto dignitoso che farà divertire i bambini e, in qualche occasione, renderà partecipi anche gli spettatori più grandi. Niente a che vedere con i poemi d’animazione a cui il cinema ci ha abituato in questi ultimi anni, ma comunque una pellicola che è consapevole di sè e del pubblico che vuole raggiungere.