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Paddington

27/12/2014 11:00

Aurora Tamigio

Recensione Film, Film Commedia, paddington,

Paddington

Una favola natalizia per portare al cinema i più piccoli

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Un esploratore britannico scopre “nel misterioso Perù” una rarissima famiglia di orsi bruni - innamorati dell’Inghilterra e delle sue maniere - che vive nel più impeccabile stile britannico. Quando alla stazione londinese di Paddington arriva un piccolo orsetto spaventato, sarà la famiglia Brown a trovarlo e a prendersi cura di lui: chiamato come il luogo del suo ritrovamento, Paddington viene raccolto e ospitato dalla bizzarra famiglia, alla quale stravolgerà la vita. In cambio i Brown dovranno riuscire a difenderlo dalle malvagie intenzioni della perfida Millicent (Nicole Kidman).


Nel 1958 lo scrittore britannico Michael Bond pubblica A Bear Called Paddington, la prima delle storie da lui scritta dedicata a un orso gentile e goloso di marmellata, educato in Perù e approdato in Inghilterra, disegnato dalla matita di Peggy Fortnum. Per i bambini è subito stato amore a prima vista: la serie di libri (di cui il più recente è stato pubblicato nel 2008) ha venduto milioni di copie, in oltre trenta lingue. L’orsetto, arrivato con la sua valigia povera dal Sudamerica alla vecchia Europa, ha visitato senza troppa fatica tutti e cinque i continenti abitati. Si dice che Paddington sia stato inventato la notte di Natale, così il primo film a lui dedicato è approdato al cinema il 25 dicembre. Dopo che, negli ultimi anni, le pellicole per ragazzi avevano girato il mondo - tra le atmosfere carioca di Rio, i ghiacci di Frozen e dei Pinguini di Madagascar, le ambientazioni nipponiche di Big Hero 6 - il regista Paul King torna “a casa” nella vecchia Inghilterra, con una storia, garbata come Mary Poppins, che prende vita dai produttori di Harry Potter. L’omaggio alla cultura e all’estetica british è totale e avvolgente, citazionista di atmosfere in stile Beatrix Potter ma anche dissacrante di 007 e dei drammi (soprattutto natalizi) dickensiani.


Se negli ultimi anni, dal perfido orso rosa di Toy Story 3 allo scorrettissimo Ted di Seth MacFarlane, l’orsetto era diventato motivo di ironia, scherno e ribaltamento del tema tradizionale del compagno di giochi morbido e tenero, con Paddington si torna alle origini: il protagonista non solo è decent (non sorprende che la sua voce originaria dovesse essere l’attore Colin Firth) ma simpatico e dolcissimo come la marmellata di cui va ghiotto. Una favola, per portare al cinema i più piccoli divertendoli senza eccessivi effetti speciali ma con un’animazione maestosa (quasi cinquecento i tecnici a lavoro solo per ricreare in computer grafica l’orso Paddington, a partire dai disegni di Peggy Fortnum) e una storia che convince. Paul King, autore anche della sceneggiatura, riesce senza troppe forzature a unire un prologo bizzarro - utile non solo a generare il lei motiv del misterioso Perù - con la vicenda dell’orso e della famiglia Brown, nucleo familiare tradizionale ma divertentissimo, che ha al suo interno tutte le anime della favola, dal genitore distratto a quello troppo rigido, dal ragazzo trascurato all'antagonista perfida. Accanto all’orso, interamente in CGI, un cast di attori scelti e credibili come Sally Hawkins e Hugh Bonneville, fino alla cattivissima Nicole Kidman: magra e alta come una novella Crudelia De Mon, l’attrice australiana - di nuovo in una favola dai tempi della (deludente) Bussola d’Oro - mette da parte le recenti smorfie cinematografiche per dedicarsi a un personaggio riuscito, che duetta con l’orso Paddington e ne rivela gli aspetti meno stucchevoli e più divertenti, quelli che piaceranno anche ai più grandi. A Paddington va data fiducia. Pur non essendo mai così politically incorrect come quelle di Ted, anche le avventure di quest’orso - proveniente dal misterioso Perù - non sono solo ghiottonerie e scorribande, ma riservano sorprese e una giusta dose di non-buone maniere.


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