Dopo aver raggiunto il successo internazionale con la futuristica trilogia di Matrix, i fratelli Wackowski hanno realizzato opere avanguardistiche più o meno riuscite: dal discutibile Speed Racer al controverso Cloud Atlas. Tre anni dopo, tornano alla regia e firmano Jupiter - il destino dell'universo, un sofisticato dramma fantascientifico che, facendo il verso ai grandi cult degli anni '80, mostra un universo ribelle e underground animato da vizi e virtù sempiterne. Jupiter Jones (Mila Kunis) è una ragazza umile e gentile ma completamente insoddisfatta della sua vita. Passa infatti le sue giornate a pulire le lussuose stanze degli alberghi di Chicago senza alcuna possibilità di dedicarsi alla sua passione: l’astrologia. Un giorno il licatante Caine (Channing Tatum), un ex-militare geneticamente modificato, la preleva dal suo pianeta per trasportarla nello spazio prima che i perfidi fratelli Abrasax la uccidano per rubarle l’eredità . La ragazza scopre infatti di essere la diretta ereditaria del pianeta Terra, essenziale ai suoi rivali per creare la linfa dell’eterna giovinezza. In un universo futuristico e visionario in cui esseri umani, alieni e ibridi vivono esistenze parallele, traendo benefici gli uni dagli altri, una modesta ragazza di città diviene il centro di gravità intorno al quale ruotano le loro orbite. Il suo sangue reale, infatti, la rende pericolosa e la costringe a trasformarsi in una letale guerriera interstellare capace di roteare nel vuoto e combattere i nemici a colpi di raggi fotonici. Assistita e protetta dal licatante Caine, un freak generoso e disponibile, Jupiter capisce che la sua ossessione per le costellazioni nasconde radici più profonde di quanto avrebbe mai potuto immaginare. Trovando, quindi, il suo vero posto nel mondo, la protagonista riconosce la sua identità e la intarsia con polvere di stelle e diademi cosmici. I fratelli Wackowski inscenano un’apocalisse di fuoco e fiamme in cui angeli e demoni sono costretti a scontrarsi per dominare le sorti del mondo intero. In una sorta di stravagante danse macabre dall’impianto visivo spettacolare, gli autori inducono i loro personaggi a realizzare coreografiche piroette spaziali, a superare tunnel spazio-temporali e ad affrontare differenti pressioni gravitazionali per mantenere costante il ritmo della narrazione. Seppur confermandosi abili burattinai capaci di mettersi in discussione, i due visionari registi confezionano un prodotto altamente pirotecnico e centrifugo, finendo ben presto però per perdere di vista la chiave di volta dell’intero congegno.