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Contagious: Epidemia mortale

30/06/2015 11:00

Riccardo Cotumaccio

Recensione Film,

Contagious: Epidemia mortale

Wade Vogel (Arnold Schwarzenegger) è alla ricerca di sua figlia Maggie (Abigail Breslin), scappata di casa e dispersa nel pieno esplodere di una terribile epide

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Wade Vogel (Arnold Schwarzenegger) è alla ricerca di sua figlia Maggie (Abigail Breslin), scappata di casa e dispersa nel pieno esplodere di una terribile epidemia zombie. Quando la ritrova in un ospedale, capisce che il peggio è arrivato anche all’interno della sua famiglia. Il morbo uccide pian piano la vittima, in attesa della trasformazione definitiva. Questione di poche settimane, dicono i dottori. Per ordinanza delle forze dell’ordine, quando iniziano a manifestarsi i primi, tragici sintomi della malattia, il paziente deve essere trasferito immediatamente in quarantena, allontanato con la forza dalla sua famiglia. Così, tra padre e figlia, si instaura un rapporto non solo ritrovato ma persino più profondo, in una cornice tragica ma non priva di emozioni forti, colpi di scena e scelte affatto facili. Il poco tempo che rimane a Maggie, sempre più preda di attacchi bestiali, risulta un concentrato di conflitti ma anche di momenti toccanti.


Diretto da Henry Hobson, al suo debutto da regista, Contagious – Epidemia mortale esce nelle sale italiane prodotto dallo stesso Schwarzenegger. Scegliere di girare nel 2015 uno zombie-film, conduce nel 99% dei casi al rischio di risultare banale o ridicolo. Insomma, il flop è dietro la porta, pronto ad azzannare come il peggiore dei morti viventi. Non è il caso dell’opera diretta da Henry Hobson, quasi del tutto priva di luoghi comuni o scene-tipo sistematicamente presenti nella cinematografia horror. Contagious – Epidemia mortale non parla di mostri ma della malattia terminale di una bambina, una figlia da proteggere e aiutare. Anche se la premessa è puramente horror, la trama del film trova filoni alternativi, thriller e persino romance: la disapprovazione di Caroline (Joely Richardson), compagna di Wade; l’ultimo amore della stessa Maggie; il conflitto di un padre con le imposizioni delle forze dell’ordine e infine la sofferenza interna della protagonista, causa di ambiguità e consapevolezza allo stesso tempo. L’interpretazione di Schwarzenegger non brilla per eccezionalità, ma sa stare al suo posto. Quella di Abigail Breslin tocca picchi importanti, specie se si conta la giovane età dell’attrice classe ’96. Di horror, alla fine dei conti, c'è solo la cornice: l’opera prima di Hobson – pur essendo carente in termini di fotografia e colonna sonora – risulta dolce e inaspettata. Nel suo piccolo sorprendente e di certo toccante sul finale. Riuscire a lanciare un messaggio forte come quello dell’eutanasia in un film dalle premesse tutt’altro che sociali, regala a una pellicola senza dubbio imperfetta qualche punto in più nella votazione finale.


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