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Tutte lo vogliono

21/09/2015 11:00

Riccardo Cotumaccio

Recensione Film,

Tutte lo vogliono

Chiara (Vanessa Incontrada) è a caccia dell'uomo giusto...

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Chiara (Vanessa Incontrada) è a caccia dell'uomo giusto. Di professione fa la food designer, in società con una madre terribilmente snob e vagamente ingombrante, ma nonostante i piani alti in cui è ben inserita fatica a trovare l'amore. Per lei la ricerca è diventata un'ossessione, tanto da prendere parte ad alcune sedute di gruppo - riservate a sole donne - per capire come raggiungere il piacere. Qui entra in scena il ruolo misterioso dell'uomo perfetto, utile per qualsiasi evenienza, ma contattabile solo su richiesta: il cosiddetto GPS, "gioioso partner sessuale". Per via di un terribile fraintendimento, Chiara scambia Orazio (Enrico Brignano) per il famoso uomo dei sogni, ignorando che - in realtà - lui fa lo sciampista per cani, è appassionato di animali e tutt'altro che celebre per avere successo con le donne.


Tutte lo vogliono segna il ritorno alla regia di Alessio Maria Federici, dopo il non sfavillante Fratelli unici, datato 2014. Non è eccezionale neanche il film che vede protagonisti Brignano e Incontrada, dotato di buon ritmo, certo, ma ennesimo satellite della grande galassia composta da moderne commedie "all'italiana" non solo anonime, ma anche evitabili. L'interpretazione mediocre del comico romano - a fronte di un'Incontrada più abituata al grande schermo - non aiuta il giudizio finale di una pellicola votata all'eccesso, di un'ambiguità irritante. Il doppio senso reiterato, di stampo "cinepanettoniano", affossa un film che poteva avere spunti apprezzabili. La stessa scena d'apertura - rivelatasi poi un filone narrativo extra-temporale tra Brignano e uno scimpanzè alla guida di un pullmino tra le montagne abruzzesi - è assurda ma divertente, impreziosita da un protagonista più teatrale che cinematografico. Peccato che lo scorrere degli eventi presenti solo volgarità gratuite. Pensare che Tutte lo vogliono si prefiggeva anche un tema delicato: quello di raccontare l'anorgasmità delle donne. E se è lecito non aspettarsi messaggi socio-culturali da una commedia del genere, tanto valeva - allora - neanche inserirli. Il sesso è l'arma ironica per eccellenza di una trama male sceneggiata e priva di un solo momento che spezzi l'incostante quanto spiacevole gioco di ruoli tra i due protagonisti. Se, come per stessa ammissione del regista, la pellicola è volutamente ispirata a Harry ti presento Sally, il giudizio finale costringe a essere ancora più severi. A volte, per migliorare quel poco che c'è, basterebbe crederci. Ma la commedia italiana, da troppi anni, preferisce la risata facile a una maggiore cura del film. Sbagliando.


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