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Truman - Un vero amico è per sempre

16/04/2016 11:00

Riccardo Tanco

Recensione Film,

Truman - Un vero amico è per sempre

Julian (Ricardo Darìn) è un attore cinematografico che vive a Madrid con il suo fedele cane di nome Truman...

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Julian (Ricardo Darìn) è un attore cinematografico che vive a Madrid con il suo fedele cane di nome Truman. Quando a Julian viene diagnosticato un tumore incurabile, l'uomo, preoccupato a chi lasciare il cane dopo la sua scomparsa, si fa aiutare dal suo amico Tomas (Javier Càmara) a trovare una famiglia che lo adotti. Sarà l'occasione giusta per i due uomini di rinsaldare il loro rapporto.


Presentato in vari festival internazionali e vincitore di 5 Premi Goya nel 2016 (Miglior film, Miglior attore protagonista, Miglior attore non protagonista, Miglior regista e Miglior sceneggiatura), Truman – Un vero amico è per sempre è il settimo film diretto dal regista spagnolo Cesc Gay ed il primo ad approdare nelle sale italiane. Nel raccontare una storia d'amicizia e d'affetti, Truman si muove con passo leggero e sensibile; un film quasi timido nell'esporsi ma che in maniera (a suo modo) sorprendente trova l'equilibrio giusto per mettere in scena una commedia malinconica dal tono agrodolce. Cesc Gay con il suo film non dice poi molto, si limita a mettere in scena l'amicizia semplice tra due uomini alle prese con la malattia di uno di loro; ma, senza grandi sovrastrutture, il film trasmette questo legame radicato nel tempo, dove le dimostrazioni di lealtà sono più accennate che esplicitate. E sembra proprio questo la mossa giusta: questa pacatezza d'intenti che diventa poi coerenza di scrittura. Se nel film nulla appare fuori posto non è perché tutti gli elementi sono al loro ordine, ma perché l'opera sa fermarsi al momento giusto, mantenendo la giusta distanza tra un'ironia quasi invisibile e una tristezza solo sussurrata. Per capire quest'atmosfera, basti pensare a come vengono guardati in modo lucido - ma soprattutto pudico - i sentimenti della morte e della sofferenza, che appaiono garbati, senza la patina della commozione o del sarcasmo.


Ed è proprio questo porsi così silenzioso che forse basta a un film così: perché qui non si racconta un'amicizia che deve rifarsi ma una relazione che sembra inscalfibile e che non necessita di addobbi o spiegazioni ulteriori. E a dar man forte ci sono le prove di Ricardo Darìn e Javier Càmara che duettano con eleganza e senza strafare ma riuscendo a convincere. Certo, si ha anche l'impressione di assistere a film già visto e forse ovvio in alcune svolte, ma a Cesc Gay paiono interessare unicamente i gesti e l'esposizione dei sentimenti in gioco senza mai cadere nella retorica o nel dramma più lacrimevole, senza tentare di stemperare la tensione con un umorismo improbabilmente consolatorio. Ciò che rimane di più quindi, è il tono sospeso e delicato che non pensa tanto a bilanciare le proprie parti ma a trattare tutto con grande naturalezza, dai sentimenti ai personaggi.


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