La coppia di comici Pozzetto e Villaggio ha trovato alloggio in un cartellone stradale. Quando un addetto ai lavori è incaricato di strappare il loro manifesto, sostituendolo con un altro più attuale, i due burloni decidono di passare all’azione tornando nel mondo reale e combinando disastri a mai finire. Ad un solo anno di distanza dal notevole successo del film Le comiche, il famoso duo torna alla ribalta, con risultati, questa volta, assai meno convincenti. La regia, affidata nuovamente a Neri Parenti, cerca di ripetere le fortune del predecente riproponendone la formula alchemica (un calderone di burattinate, catastrofismi e riflessioni sul cinema): eppure gli ingredienti appaiono più insipidi che in passato. La vena meta-cinematografica si è decisamente infiacchita: esaurito il recupero dei grandi miti comici della storia, essa si limita all’ingresso in scena iniziale dei due protagonisti, a qualche raro momento sparso nei novantadue minuti della visione (come il riferimento al celebre sketch dello specchio ripreso da La guerra lampo dei fratelli Marx), e alla simpatica citazione finale (tratta da i titoli di testa del contemporaneo Una pallottola spuntata 2 e ½). Per quanto riguarda poi la qualità delle gag a raffica, anche qui si segnala un drastico declino: a prevalere non è più l’ingegnosità delle disastrose situazioni, la dissacrazione, la buffa e allegra cialtroneria, ma la battuta facile e scontata, la finta polemica sessuale, l’eterna ripetizione di cliché che sanno troppo di già visto per risultare ancora divertenti (peraltro spesso ripresi proprio da vecchi film interpretati dai medesimi attori). Questo secondo capitolo non riesce pertanto a proporsi come valido successore del precedente. Provano a riprenderne gli aspetti topici, ma non si dimostrano in grado di mantenerli freschi ed appassionanti. Ciò non toglie che, tutto sommato, chi ha apprezzato il primo esemplare possa divertirsi (e non poco) anche con questo sequel, ma il divario tra i due rimane evidente ed incolmabile.