Luca (Filippo Laganà) - romano, figlio di Giovanni (Max Tortora) - e Valentina (Camilla Tedeschi), milanese, figlia di Olivia (Paola Minaccioni) partono per andare a studiare a Miami. Durante il viaggio in aereo, Olivia e Giovanni litigano furiosamente. I loro figli ancora non sanno che si ritroveranno insieme nella stessa università. A Miami arriva anche la diciassettenne Giulia (Neva Leoni), "scappata" dal padre Lorenzo (Ricky Memphis), per assistere a un famoso concerto. Lorenzo decide di andare a cercarla ma non sa dove e non parla inglese. Si farà aiutare nella sua ricerca da un giovane perdigiorno italiano, Bobo (Emanuele Propizio), studente fuoricorso con il quale scoprirà la vita nella grande città. Miami Beach è la nuova commedia dei fratelli Vanzina, che festeggiano con questo film quarant’anni di carriera. Portano sugli schermi un film corale che racconta le vicende comiche di studenti italiani approdati in un’università americana. Il film riprende cult a stelle e strisce come Animal House e American Pie attraverso il fortunato filone giovanile/goliardico. Ogni carattere proposto è itinerante, come il viaggio che i personaggi si trovano a intraprendere e, alla fine della vicenda, tutti i giungono alla propria evoluzione. Una sorta di continuum di ciò che i Vanzina avevano iniziato con Vacanze in America e Sognando la California, proseguita con Mai Stati Uniti. Una sorta di punto fisso in un mondo che cambia e chiede non solo alle mode ma anche alla comicità di modificarsi. Miami Beach è il tipico prodotto filmico dell'estate italiana. I Vanzina tengono fisse le solite maschere e i modelli: il "caciarone" e la "precisetta"; il padre apprensivo e la figlia esuberante. Gli opposti si attraggono fino a convergere tra loro nel più scontato epilogo da commedia. Sullo sfondo, una comicità fatta di gag e volgarità neanche troppo esagerate: il giusto insieme di meccanismi ben oliati che costruiscono le fondamenta del comedy show dei fratelli registi. Cifra ricorrente dei Vanzina è lanciare in ogni film attori alle prime armi e figli d’arte come Laganà e Tedeschi. C’è anche spazio per l'“esotismo vanziniano” (così è stato definito nella conferenza stampa di presentazione a Roma) con la presenza di Mariela Carriga e Jennifer Nina Strauss: fascino latino e svedese.