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Passo falso

22/06/2016 10:00

Riccardo Tanco

Recensione Film,

Passo falso

Dopo essere sopravvissuto a un attacco nemico in Afghanistan, il sergente dell'esercito francese Denis Quillard (Pascal Elbé) poggia inavvertitamente il piede s

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Dopo essere sopravvissuto a un attacco nemico in Afghanistan, il sergente dell'esercito francese Denis Quillard (Pascal Elbé) poggia inavvertitamente il piede su una mina russa. Unico superstite della sua squadra il sergente inizia una lotta contro il tempo per salvarsi, prima che sia troppo tardi.


Uscito nelle sale francesi nel gennaio 2014 Passo falso (Piégé), coprodotto da Italia e Francia, è l'opera prima del regista Yannick Saillet dopo aver lavorato come assistente alla regia per Olivier Assayas. Se l'idea di base, mettere un personaggio in una situazione altamente critica, non è nuova - basti pensare a film come Buried o 127 ore - Saillet sceglie di puntare sul war movie per trainare la vicenda. Così, dopo un incipit da guerriglia, Passo falso si dipana come un dramma bellico e racconta la lotta per la vita del sergente Quillard tragicamente bloccato su una mina inesplosa.


Nonostante la durata contenuta dell'opera, solo 78 minuti, Passo falso riesce a regalare una tensione trattenuta che non viene mai caricata a dismisura ma riesce in parte a sorprendere. Nonostante la peculiarità del film, un solo personaggio in scena per la maggior parte del tempo (e per di più fermo), tenda a placare le possibilità dell'opera. Se la situazione estrema del protagonista affascina nelle battute iniziali, col procedere del racconto la scrittura si rivela troppo forzata; la tensione cala, avvicinando di più il film a un discreto esercizio di stile. Anche la messa in scena manca di respiro cinematografico, e pare più consona al prodotto televisivo. Passo falso diventa un mix poco riuscito tra il film di guerra e il survival movie, seguendo schematicamente i canoni consolidati di narrazione e affidandosi a uno sguardo che si trova a essere limitante. Che gira intorno a una fastidiosa retorica di genere e non riesce a restare lucido nel dipanare l'orrore della guerra.


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