Opera prima di Marco Danieli, regista proveniente dal Centro Sperimentale di Cinematografia, La ragazza del mondo è colei che nel mondo sceglie di viverci, lasciandosi avvolgere dalla sua complessità, abbandonando un porto sicuro per vivere senza rimpianti. Giulia (Sara Serraiocco), intelligente studentessa di un istituto tecnico, appartiene alla comunità dei Testimoni di Geova. Ha una famiglia che la stima e che crede di supportarla in tutte le sue scelte, senza però rendersi conto che la figlia sta crescendo e con lei tutti quei bisogni e ambizioni tipici del passaggio tra adolescenza e età adulta. L’università costituisce un primo e costante terreno di scontro. Un nuovo scoglio si presenta quando Giulia conosce Libero (Michele Riondino), un ragazzo dal passato difficile. Le rigide impostazioni dei Testimoni di Geova, che non ammettono che un membro della comunità abbia una relazione con un “ragazzo del mondo”, portano Giulia a una scelta. Il film di Danieli non è una storia d’amore. O meglio, non solo questo: è il racconto di un impatto, di una collisione ad altissima velocità tra l’emergere della propria volontà e le sovrastrutture etiche che appartengono a una comunità religiosa. Un dipinto delicato racconta il controverso mondo dei Testimoni di Geova, con il suo rigore e le sue insensatezze, ma anche con il calore e la serenità di chi ne fa parte e di chi lì dentro si sente al suo posto. Drammatizzando solo il necessario, a scopi filmici e narrativi, ma senza mai abusarne, il regista Marco Danieli e lo sceneggiatore Antonio Manca costruiscono uno script potente, privo di stereotipi e moralismi, tramite un’attenta documentazione data da letture e incontri a cui i due hanno effettivamente partecipato per mantenere una solida aderenza alla realtà. Sebbene la protagonista si ritroverà a fare i conti con la passione che svanisce, lasciando spazio a un’amara lucidità, l’autore delinea, tramite una regia impregnata di lirismo e scosse emotive, il racconto di una scelta finalmente autonoma e della ribellione consapevole di chi non vuole più che qualcun altro decida al posto suo.