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Sleepless - Il giustiziere

17/01/2017 11:00

Riccardo Tanco

Recensione Film,

Sleepless - Il giustiziere

Il terzo film del regista svizzero Baran bo Odar ha per protagonista Jamie Foxx

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Las Vegas: il detective di polizia sotto copertura Vincent Downs (Jamie Foxx) si ritrova invischiato in un giro criminale dopo che ha rubato un grosso carico di droga appartenuto al boss Rob Novak (Scott McNairy). Quando alcuni uomini di Novak rapiscono il figlio adolescente (Octavius J. Johnson) di Downs, l'uomo avrà una sola notte per recuperare la droga e salvare la vita al ragazzo, mentre l'agente di polizia Jennifer Bryant (Michelle Monaghan) indaga sulla vicenda.


Dopo gli inediti The Silence del 2010 e Who Am I – No System Is Safe del 2014, Sleepless - Il giustiziere è il terzo film del regista svizzero Baran bo Odar, remake del thriller francese Nuit Blanche del 2011, diretto da Frederic Jardin. Partendo in medias res nel cuore della vicenda, Sleepless - Il giustiziere si muove tra i territori di un noir poliziesco di stampo metropolitano, ambientato a Las Vegas, e arriva a mostrare da subito tutte le carte a disposizione di una storia che si sposta su binari più che conosciuti. E nonostante alcune peculiarità - il film è quasi del tutto ambientato in una singola unità di spazio (il casinò) e di tempo (un'intera nottata) - la messa in scena e l'atmosfera di Sleepless - Il giustiziere ricordano il film per la televisione. Dove anche il puro divertimento di genere stenta a decollare, la trama e le situazioni proposte ostacolano la mancanza di novità.


Il regista Baran bo Odar prova a tenere le fila di un film che, senza grandi ambizioni, cerca la strada dell'action thriller senza fronzoli, ma il piacere del racconto o eventuali sorprese di sceneggiatura (scritta da Andrea Berloff) sono soppresse da una scrittura inefficace che dice poco o nulla e coinvolge meno; tra il ritratto ovvio di un microcosmo criminale dove nulla è come sembra e il noto concetto del confine labile tra bene e male, tra legge e giustizia. Un film grossolano, specie rispetto all'originale francese, che cerca una propria idea nella continua girandola di eventi e nel divertimento delle singole sequenze tra sangue e morte (continuamente mostrati): un film debole ma che almeno non nasconde una buona dose di durezza e violenza.


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