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Beata ignoranza

21/02/2017 12:00

Andrea Desideri

Recensione Film,

Beata ignoranza

Massimiliano Bruno dirige la coppia Gassmann/Giallini in un film che parla di web e social network

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Un video girato in classe da qualche studente finisce in rete totalizzando milioni di visualizzazioni. I protagonisti sono due professori di un liceo romano: Filippo (Alessandro Gassmann) ed Ernesto (Marco Giallini), colleghi legati da un passato comune, si ritrovano a dover condividere cattedra e studenti, sopportandosi poco. Anzi, pochissimo. Così i due arrivano alle mani nel bel mezzo di una lezione e il loro filmato cattura l’attenzione di Nina, una documentarista che propone loro di scambiarsi gli stili di vita per un mese, per realizzare un esperimento scientifico. Il primo, fissato con i social e la tecnologia, dovrà farne a meno per vivere più tradizionalmente; l’altro, abituato a una vita tutta libri e poesia, dovrà prendere confidenza con la filosofia del Web.


Beata ignoranza è il quinto film scritto e diretto da Massimiliano Bruno, regista che si serve della commedia per trattare temi di attualità. Stavolta in esame c'è l’aspetto relazionale dei rapporti umani: e se un tempo le relazioni si gestivano parlando, chiacchierando di persona, oggi, invece, l’italiano medio è circondato da chat e post sui social network. Ma è così vero che i media danneggiano la società e omologano le personalità, a scapito delle emozioni? Questo interrogativo viene dipanato attraverso le avventure del collaudato duo Gassmann-Giallini. Ormai “coppia di fatto” sul set, come gli stessi attori hanno scherzosamente ribadito in conferenza stampa, i due si completano a perfezione tra battute confezionate ad arte, risate ma anche parecchie riflessioni. Massimiliano Bruno si ispira a capisaldi della commedia all’italiana come C’eravamo tanto amati e Dramma della gelosia: la sceneggiatura di Beata ignoranza nasce da una suggestione partorita sui social ma dà voce a un’indagine delle relazioni umane. Il film di Bruno non parla male della rete, come lo stesso regista ci tiene a specificare, ma ne esalta ogni caratteristica facendo emergere i differenti approcci di coloro che ne entrano in contatto. Si vive per un like, ma non solo. I giorni che passano meritano d’esser vissuti in maniera piena, come dimostra il personaggio di Nina (Teresa Romagnoli) in grado con la sua semplicità di far da collante fra i due caratteri tanto diversi dei protagonisti. Beata ignoranza è lo spaccato di un'Italia che sugli schermi, televisivi e cinematografici, non si prende troppo sul serio, salvo poi esaltarsi dinnanzi a una tastiera o dietro a uno smartphone. Massimiliano Bruno analizza vizi e virtù di un mondo che cambia a colpi di click, utilizzando l’arma sferzante del sorriso.


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