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Falchi

01/03/2017 12:00

Riccardo Tanco

Recensione Film,

Falchi

Un dramma poliziesco ambientato nella Napoli criminale

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Peppe (Fortunato Cerlino) e Francesco (Michele Riondino) sono due poliziotti di Napoli appartenenti alla sezione speciale della Polizia (i falchi) che, in borghese, a bordo di una moto, combatte la criminalità direttamente sulle strade. Le vite dei due agenti cambiano completamente quando, a seguito del tragico suicidio del loro superiore (Pippo Delbono), vengono coinvolti in una violenta lotta contro una potente organizzazione criminale cinese.


A sei anni dal precedente film, il regista Toni D'Angelo torna dietro la macchina da presa con Falchi, terzo lungometraggio del regista dopo La notte nel 2007 e L'innocenza di Clara nel 2011. Tratto da un soggetto scritto dallo stesso D'Angelo, sceneggiato in collaborazione con Giorgio Caruso e Marcello Olivieri, Falchi tenta la strada del cinema di genere: un dramma poliziesco ambientato in una Napoli immersa nel proprio microcosmo cittadino e criminale, un luogo archetipo per i canoni di un noir metropolitano. Toni D'Angelo decide di non tirarsi indietro nella rappresentazione della violenza; evita il gioco di stile e la patina, cercando di stare all'interno dei binari narrativi e stilistici che il genere gli impone. Il suo dramma poliziesco ambisce alla secchezza di racconto e punta tutto su due buoni protagonisti, interpretati da Fortunato Cerlino e Michele Riondino.


Ma aldilà delle discrete intenzioni si sente la mancanza di uno sguardo forte, che possa supportare la narrazione e la sua progressione drammatica. Il film fatica ad arrivare al nocciolo, nonostante sfiori parecchi temi: dal più classico conflitto tra legge/giustizia e tra amicizia e tradimento, al desiderio di sfuggire alla violenza e iniziare una nuova vita. Falchi non ha la malinconia del noir né la necessaria forza nello sfruttare il dramma; il film pare quindi dire meno di quanto si impegni a fare, nonostante le buone potenzialità. E né messa in scena da film televisivo tirato a lucido - il cui immaginario sembra replicare il fenomeno Gomorra - né l'onnipresente tappeto musicale aiuta Falchi a elevarsi.


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