La vampira e cacciatrice Selene (Kate Beckinsale), dopo aver giurato di proteggere sua figlia Eve, deve scappare dal gruppo di vampiri che l'ha tradita e anche dai Lycan, il cui nuovo capo Marius (Tobias Menzies) è alla ricerca proprio del sangue ibrido - metà vampiro e metà licantropo - di Eve. Insieme all'alleato David (Theo James), Selene dovrà cercare di porre fine all'eterna lotta tra i vampiri e i Lycan prima che sia troppo tardi. Cinque anni dopo Underworld - Il risveglio, la saga torna al cinema con il quinto capitolo, Underworld - Blood Wars che vede il ritorno per la quarta volta in carriera di Kate Beckinsale nel ruolo della vampira Selene, in questo seguito diretto del film del 2012. La regia è di Anna Foerster, al suo esordio dietro la macchina da presa. Questo nuovo capitolo del franchise parte in medias res e si ricollega agli avvenimenti del film precedente, dove Selene si ritrova braccata e costretta a scappare sia dal clan di vampiri che l'ha rigettata, sia dai Lycan che vogliono trovare sua figlia Eve. Anna Foerster imbastisce un action horror che mantiene i toni cupo/fantasy tipici della serie, reiterandone senza variazoni l'immaginario gotico e postmoderno. Purtroppo questo Underworld - Blood Wars prosegue sulla scia deludente di Underworld - Il risveglio, dove narrazione e personaggi paiono ormai aver perso quell'aura d'interesse che aveva caratterizzato i primi due - e più riusciti -episodi della serie datati 2003 e 2005. L'impressione è che il mondo cinematografico del film sia solo una mera ripetizione di una storia già vista, che annacqua l'affascinante mitologia dietro dei vampiri e dei licantropi. Se la componente spettacolare e violenta lascia a desiderare, e la sceneggiatura insiste su concetti fermi della serie, come il perenne conflitto tra le due fazioni, Underworld - Blood Wars resta un action spento, che probabilmente ha esaurito le idee. Nonostante il film preannunci un possibile seguito, rimane evidente la volontà di aggrapparsi alla presenza scenica di Kate Beckinsale e della sua Selene, un personaggio con il pilota automatico, un'eroina prevista, eppure l'unica forza determinante a tenere vagamente in piedi il film.