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I Am Heath Ledger

09/04/2018 10:00

Andrea Desideri

Recensione Film,

I Am Heath Ledger

Il ritratto di un mito del cinema

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Heath Ledger è il volto di una generazione - quella che ha amato e continua ad amare Batman, anche grazie a Christopher Nolan - ma è anche molto di più. Il ragazzo che ha dato vita a uno dei più immortali e folli Joker del cinema, nella sua esistenza amava ricercare la spensieratezza; e per quella, al pari della follia, basta solo una piccola spinta. E Heath Ledger spingeva in maniera naturale e spontanea sui set e nella vita. Derik Murray, a dieci anni dalla scomparsa dell’attore Premio Oscar, fa luce sull’eclettico artista con un documentario che è tutto fuorché un commiato. I’m Heath Ledger rappresenta le controversie artistiche, e non solo, di un personaggio pubblico che amava i suoi personaggi, ma non bramava il pubblico. Era un vip che voleva catturare gli spettatori con la sua competenza e il suo estro, ma non era schiavo della fama. Anzi, ne sentiva il peso: tanto da non sopportarne i riflettori. Quella luce, che molto spesso voleva dire attenzione mediatica, era per lui spesso motivo di fastidio. Lo stesso astio che emergeva ogni volta che compariva nelle campagne promozionali. Questi aneddoti, chiamiamoli retroscena, vengono riportati elegantemente in un girato indispensabile per capire le inquietudini di un personaggio come Heath Ledger: la sua storia, non soltanto biografica, è la dimostrazione di quanto il successo non sempre sia sinonimo di felicità.


Sarebbe banale addossare ogni responsabilità alle droghe, e infatti la questione, in questo progetto filmico, viene appena sfiorata: il regista è pienamente consapevole del fatto che i vizi di ogni uomo, così come le proprie controversie, sono soltanto la punta di un iceberg ben più profondo. Il documentario vuole attraversare quella montagna di silenzi, per offrire un ritratto elegante di una figura che, malgrado la sua giovane età, ha segnato un’epoca. Ha contraddistinto un modus operandi: attore affidabile e impegnato in scena, scapestrato e delirante fuori. Dietro le catene dell’anima, si celavano sorrisi pronti a essere dispensati a chiunque. Alla figlia, uno dei pochi affetti veri in un’esistenza lastricata di incertezze, agli amici – alcuni anche celebri, come il chitarrista Ben Harper – e alle compagne di vita.


Un mosaico costellato di luci e ombre, con parecchie sfumature che potremmo definire esitazioni, ma in realtà non sono altro che attimi in cui Heath Ledger cerca di aggiustare il tiro per aggrapparsi nuovamente alla vita. Ogni meccanismo e mostrato con delicatezza, lontano dalla squallida morbosità. Indagine e romanticismo, al cospetto di un’opera che somiglia a un riepilogo: i dovuti titoli di coda per chi ha saputo affrontare ogni aspetto con la consueta coerenza, da sempre appartenuta ai più grandi.


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