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La morte legale

12/10/2018 10:00

Emanuela Di Matteo

Recensione Film,

La morte legale

Il documentario che ripercorre le vicissitudini del film Sacco e Vanzetti

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La storia di Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti risale al 1922, quando i due uomini, figli di agricoltori, uno piemontese e l'altro pugliese, immigrarono negli Stati Uniti alla ricerca di nuove opportunità di lavoro. Si conobbero a una riunione di anarchici, ma questa amicizia, consolidata anche dalla fede politica comune che metteva in dubbio il potere costituito, fu loro fatale. Gli Stati Uniti favorivano l'immigrazione degli italiani, che erano forza di lavoro in un immenso paese in via d'espansione, ma c'era anche molto razzismo e non veniva tollerata un'ideologia politica marxista o anarchica, che potesse minare il potere dello Stato. Così, da un'iniziale accusa di omicidio, palesemente inconsistente, nonostante gli alibi di ferro e la mancanza di prove di colpevolezza, i due uomini furono condannati alla sedia elettrica e giustiziati il 23 agosto del 1927. La motivazione di quella condanna fu chiaramente politica: l'America uccise due immigrati italiani e anarchici, a dimostrazione dell'incontestabilità del suo potere, e a nulla valsero le immense mobilitazioni popolari del tempo per salvarli.


La loro storia sarebbe rimasta semi-dimenticata se non fosse stato per il regista Giuliano Montaldo, che dopo aver visto uno spettacolo teatrale che metteva in scena la loro vita, ne rimase folgorato e decise di farne un film. Era il 1971 quando uscì il capolavoro Sacco e Vanzetti, interpretato magistralmente da Gian Maria Volontè e Riccardo Cucciolla. Il successo del film fu immenso, trasversalmente al mondo: Sacco e Vanzetti divennero il simbolo del martirio, involontario, di due innocenti, vittime della violenza brutale del potere, contro l'ingiustizia, l'intolleranza e la follia della pena di morte.


La morte legale, una duplice regia di Silvia Giulietti e Giotto Barbieri, è il documentario che ripercorre le vicissitudini di questo film: un capolavoro che cambiò letteralmente la storia, portando alla riabilitazione politica di Sacco e Vanzetti da parte del governatore del Massachusetts, che dichiarò al mondo la loro innocenza. Con interviste al regista - che raccontano genesi, aneddoti e conseguenze del film - Giulietti e Barbieri mettono in scena un documentario appassionante e profondamente commovente, che indaga gli scenari sociali e politici dei primi anni 70, caratterizzati da violenza, buio ma anche grandi ideali capaci di mobilitare interi paesi.


Vengono ascoltate le voci preziose di Vera Pescarolo Montaldo, collaboratrice e moglie del regista, del critico cinematografico Mario Sesti, di Luigi Botta, studioso del caso Sacco e Vanzetti. Il cinema racconta la storia, ripescando filmati dell'Istituto Luce, scene del film provenienti dall'Archivio Storico Enrico Appetito, e rafforzando il mito con disegni e fumetti dell'illustratore Mario Fuiano.


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