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1938 - Diversi

19/10/2018 10:00

Emanuela Di Matteo

Recensione Film,

1938 - Diversi

Un racconto degli anni a cavallo del 1938, data del promulgamento delle leggi razziali in Italia

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Giorgio Treves sceglie di entrare nella storia attraverso la chiave di lettura, trasversale a ogni luogo e tempo, della diversità. E dirige il documentario 1938 - Diversi dandogli un'impronta profonda e intima. Intima perchè descrive le vicissitudini quotidiane degli anni a cavallo del 1938, data del promulgamento delle leggi razziali in Italia, attraverso le parole di chi ha vissuto quell'epoca, una accurata rievocazione cronologica degli eventi storici e preziosi filmati dell'Istituto Luce. Con mano delicata e incisiva, il regista Giorgio Treves ci trasporta in un viaggio nel tempo che, spesso, è anche un museo degli orrori. Ci racconta di come, attraverso i mezzi di comunicazione, anche i più nuovi, attraverso il cinema, i fumetti, i libri scolastici, fu operato un autentico lavaggio del cervello agli italiani, deciso politicamente a tavolino.


L'antisemitismo europeo del tardo ottocento si stava trasformando in un antisemitismo politico, razionale, pseudoscientifico. Le immagini di libri che raffigurano volti e crani umani, paragonati e classificati in base alla razza, fanno da sfondo alla narrazione della violenza imposta ai bambini sui banchi di scuola: mentre a alcuni veniva insegnato l'odio e il razzismo, altri venivano improvvisamente allontanati e disprezzati. 1938 - Diversi è un documentario che racconta la sofferenza, il dolore, l'umiliazione e la vergogna delle famiglie ebree In Italia, quando, di punto in bianco, scoprirono che non erano più considerati italiani e di aver perso tutti i diritti. Le parole, intensamente vissute, più che recitate, del grande attore Roberto Herlitzka, colpiscono direttamente l'anima.


Se il contesto del lavoro di Giorgio Treves è lo stesso di quello di 1938, quando scoprimmo di non essere più italiani, il bel documentario del giornalista Pietro Suber, 1938 - Diversi ne è il completamento della consapevolezza storica. Non solo gli ebrei non furono da quel momento più considerati italiani, ma neppure esseri umani, in una deprivazione di diritti e dignità sempre crescente, fino ad arrivare all'inaudita aberrazione dell'eliminazione fisica. Eliminazione di ogni persona di religione ebraica, che fosse fascista, intellettuale, ricco, battezzato in extremis, o bimbo in fasce. La mente umana stenta a credere che tali abomini siano potuti accadere. Ed è questa l'utilità e il senso di 1938 - Diversi perchè l'inverosimiglianza dell'orrore, dopo molti decenni, spinge a rimuovere, dimenticare, edulcorare, stravolgere quella che è stata la realtà.


Con semplicità e chiarezza, direttamente da chi ha vissuto quel tempo, Giorgio Treves ci racconta di quanto l'ideologia fascista, basata sulla sopraffazione di un uomo sull'altro, fosse razzista fin dalla sua nascita. In una delle locandine italiane di un film di propaganda antisemita Suss l'Ebreo, l'ebreo in questione ha il volto di colore verde. Proprio come un mostro, un alieno, qualcuno che viene da una realtà diversa e lontana dalla nostra. Un pensiero banale, molto comune, diffuso, e in fondo umano, quello della paura della diversità, che se manipolato dalla politica, può caricarsi di potere distruttivo e portare sofferenza, dolore e morte.


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