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Be Kind

06/11/2018 12:00

Andrea Desideri

Recensione Film,

Be Kind

Un “viaggio gentile” nella diversità umana

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L’attrice e regista Sabrina Paravicini, che ricordiamo per le sue apparizioni in serie televisive di successo come Un medico in famiglia, ha un figlio con la sindrome di Asperger. Insieme a Nino Monteleoni intraprenderemo un “viaggio gentile” nella diversità umana: il ragazzo ha intervistato – sotto l’attenta supervisione della mamma – molte personalità, alcune famose e altre comuni, unite da una particolare condizione fisica o mentale. Questo permetterà di comprendere com’è vivere la quotidianità da una prospettiva differente. Fra gli intervistati anche Jonis Bashir, Fortunato Cerlino, Samantha Cristoforetti, Iacopo Melio e Roberto Saviano.


Be Kind comincia con la storia di Nino, ragazzo con disabilità, che vive con la sua patologia e con una famiglia unita che lo ama e lo sostiene. Il destino ha voluto che parte di questa famiglia fosse anche conosciuta a livello mediatico: a guidare Nino c'è mamma Sabrina, doti artistiche e un approccio critico, positivo, mai remissivo. Una mamma abile dietro la macchina da presa, che porta suo figlio ad appassionarsi di cinema. Specialmente di regia. Così è nato questo progetto: dall’estro di un ragazzo curioso, assecondato da chi gli vuole bene per quello che è.


In questo lungometraggio si parla di disabilità motoria, visiva, sessuale e genetica, concludendo con quella mediatica. Particolare, infatti, il colloquio con Roberto Saviano. Ogni interlocutore porta alla ribalta le proprie differenze, talvolta debolezze, e lo fa con una delicatezza tale da entrare nell’animo di chi guarda. Di fronte c’è un intervistatore d’eccezione: Nino, con il suo approccio disilluso e scanzonato, guida tutte le personalità coinvolte nella chiacchierata.


Così si finisce a parlare di disabilità, amore, paternità e maternità, affetti e inclusione sociale. Tante sono le testimonianze di famiglie con figli disabili e altrettante sono le particolarità che compongono le loro giornate, sempre e comunque con un piglio determinante. Quest’opera non comunica, in nessun caso, rassegnazione: anzi, insegna come affrontare, nel miglior modo, le difficoltà che la vita ci mette davanti. Per Nino, che si cimenta in numeri e monologhi a livello dialettico, è un training; per la platea è un’occasione di confronto ed educazione civica.


Un obiettivo, neanche troppo celato, di Be Kind è arrivare nelle scuole primarie e negli istituti secondari per offrire una testimonianza affidabile in merito alla gestione di determinate situazioni e all’accessibilità in ogni luogo: dal banco all’ufficio, passando per i trasporti. Senza polemica, quest’opera è stata messa in piedi con l’esclusivo intento della presa di coscienza: davanti al diverso, in qualunque campo, non bisogna nascondere la testa sotto la sabbia. Bensì ampliare lo sguardo. Tra documentario e intrattenimento, Be Kind, citando i suoi protagonisti, è «come un elefante con la proboscide corta»: una rarità.


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