In occasione dell’uscita nelle sale del film East End abbiamo incontrato a Roma i creatori e registi Luca Scanferla e Giuseppe Squillaci, conosciuti anche come Skanf e Puccio. Gli autori, alle prese con la prima opera di animazione, hanno condiviso la loro esperienza riguardo la genesi e la realizzazione del loro progetto, in un panorama così complesso come è quello della produzione del cinema di animazione in Italia.
East End è un cartone animato che vede come protagonisti alcuni bambini, con situazioni familiari più o meno disastrate, che abitano in palazzoni costruiti nella periferia di una Roma devastata dalla speculazione edilizia, non lontana dalla realtà dei fatti. I soldi sono pochi, i genitori strani; c’è il disagio giovanile, il bullismo e l’emarginazione. Il mito di turno è Francesco Totti, e il dibattito sul derby Roma-Lazio occupa intere settimane. Tematiche della prima adolescenza ci vengono presentate in un microcosmo che conosciamo, raccontato con un'ironia tale da rendere i temi trattati valori universali. Tantissime le citazioni provenienti dall’immaginario e dal gusto dei creatori, dall'arte (L’urlo di Munch) al cinema, tra Mario Bava, Sergio Leone e Nanni Moretti.
Il film - racconta Giuseppe Squillaci – nasce dallo studio di effetti visivi e animazione CANECANE che si occupa degli effetti digitali di molti film, italiani e internazionali; da qui è nata la possibilità di realizzare una coproduzione con la Spagna e di collaborare con uno studio canadese. «È nato come un progetto parallelo rispetto al lavoro e tutti coloro che lavorano nello studio hanno collaborato allo sviluppo grafico del film, lavorando insieme, per quasi quattro anni, dall’ideazione all’arrivo in sala». Oltre alla grafica, chiaramente, anche l’audio ha richiesto del tempo poiché non c’è un doppiaggio ma una vera e propria recitazione, e le voci che dovrebbero essere dei personaggi/bambini sono in realtà voci adulte.
Lo stile a cui i creatori si ispirano è, afferma Luca Scanferla, in arte Skanf «a metà tra I Griffin e South Park», con un umorismo disincantato volutamente non rivolto ai più piccoli. Il film infatti è stato “censurato” per i minori di 14 anni in quanto presente “violenza gratuita che può portare a emulazione”. Ma per quanto sì, i contenuti non siano del tutto per bambini, questa censura che non ha in realtà molto senso: nella sua irriverenza, il film ha un forte senso etico di fondo. Gli autori stessi ritengono che i bambini, tra i 10 e i 12 anni, accompagnati da un adulto potrebbero e dovrebbero vedere il film. Al di là della satira, ciò che realmente emerge dal film sono i valori dell’amicizia e dell’accoglienza di ciò che non è immediatamente simile a noi. La stesura dell’opera ha visto anche la collaborazione di Federico Moccia, la cui presenza è stata espressamente richiesta dalla società coproduttrice spagnola, anche inserito all’interno del film come personaggio.
Mentre a Cannes gli autori hanno ricevuto diverse proposte di co-produzione sia dall’Inghilterra che dal Belgio, il progetto - che partiva come serie tv - ha inizialmente incontrato alcune difficoltà in Italia, un po' per via dei contenuti satirici un po' per il formato del cartone animato. La distribuzione invece ha risposto in maniera positiva. Il gruppo Ferrero sta aprendo a opere indipendenti e diverse sale sparse per l’Italia - tra Torino, Genova, Cattolica e Bari - ospiteranno il film. A Milano sono state incontrate delle resistenze e i rifiuti nell’accoglierlo sono stati parecchi: ad oggi ancora devono essere confermate le proiezioni. Nonostante ciò, le aspettative prevedono che il film rimanga nella sale fino a settembre.