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Merry Hateful Christmas, vedere Tarantino durante le Feste: se il Natale fosse un film

26/12/2017 14:37

Miriam Gregorio

Speciale Natale, Film Azione, Film Avventura, Tim Roth, Quentin Tarantino, Samuel L. Jackson, Film USA, Film Western, Kurt Russell, Ennio Morricone,

Merry Hateful Christmas, vedere Tarantino durante le Feste: se il Natale fosse un film

Tarantino, Morricone e tanta, tanta neve: anche The Hateful Eight è un film natalizio, e la seconda volta si gusta meglio della prima

Quentin Tarantino, Ennio Morricone e tanta neve: anche The Hateful Eight è un film natalizio e la seconda volta si gusta meglio della prima

Cosa c’è di più natalizio di un camino acceso, una bevanda calda da sorseggiare in compagnia, la neve e il vento che soffia fuori dalla finestra, tornare a casa dalla mamma per il fatidico pranzo, suonare al piano Silent Night?

Volevo parlare di A Christmas Carol di Robert Zemeckis, di come sia una delle più belle trasposizioni cinematografiche del Canto di Natale di Charles Dickens, con tanto di toni horror e l’intrigante interpretazione di Jim Carrey nei panni di Ebenezer Scrooge. In casa mia si è sempre vista la versione di Canto di Natale dei Muppet (Festa in casa Muppet, 1992, con Michael Caine nel ruolo di Scrooge), ma da quando è uscita la versione di Zemeckis si mette in play quella per entrare nel giusto spirito.

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Poi mi è capitato di recente di rivedere un film uscito proprio il 25 dicembre di due anni fa. Un film dove c’è per tutto il tempo un camino acceso, dove i protagonisti sorseggiano frequentemente una calda bevanda per contrastare il freddo della bufera che soffia fuori dalle finestre. Un film dove uno dei protagonisti dice di essere sulla via per tornare a casa dalla mamma a Natale, e dove un altro di loro si mette suonare al piano proprio Silent Night, la più classica delle canzoni natalizie.

Iniziate a farvi un’idea? Alla seconda visione, The Hateful Eight si gusta anche meglio della prima.

 

Certo, sai già come va a finire, e questo toglie parte del piacere in un film che è costruito come un giallo alla Agatha Christie. Ma noti tutti quei piccoli dettagli disseminati tra scrittura, ripresa, montaggio, interpretazioni. Quentin Tarantino salta tutte le regole della prevedibilità e della “sintassi” filmica, trasportandoti direttamente nell’emporio di Minnie, con la bufera che soffia fuori insieme alle note di Ennio Morricone, in mezzo a quegli otto sgangherati personaggi.

 

Da lì ti puoi godere le conversazioni tra i personaggi, anche quelle vuote, che non fanno proseguire la storia. Perché i discrosi di The Hateful Eight sono belli da sentire. Sei fisicamente lì con i protagonisti, a bere una tazza di caffè fumante (non avvelenato si spera) e senza la fretta di andare da qualche parte. Perché tanto puoi solo aspettare, insieme a loro, che finisca la tormenta.

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In fondo anche The Hateful Eight ha il suo finale di speranza. Non proprio come La vita è meravigliosa, ma a modo suo ce l’ha. Non sarà lo stesso spirito natalizio di A Christmas Carol ma questo adesso è il mio Canto di Natale. Perché Natale per me non è tanto il periodo degli alberi addobbati, dei regali e della bontà forzata. Natale è il periodo delle cose che ci piacciono. E a me piace tantissimo il cinema. E a Quentin Tarantino anche, e si vede.

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