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Cinema e libri per ingannare l’attesa: La ragazza di Bube

30/03/2020 03:26

Emanuela Di Matteo

Letture cinematografiche, Film Italia,

Cinema e libri per ingannare l’attesa: La ragazza di Bube

In "attesa" di tornare alla normalità, riscopriamo film e romanzi che parlano del tempo speso ad aspettare: uno di questi è La ragazza di Bube

 

 

 

In "attesa" di tornare alla normalità, riscopriamo film e romanzi che parlano del tempo speso ad aspettare: uno di questi è La ragazza di Bube, romanzo di Carlo Cassola trasformato in un film nel 1963 

 

 

Non trovate anche voi che, oggi, il senso dell’attesa sembra essere andato perduto? Aspettare sembra essere un concetto sempre più difficile da accogliere. In un’era dove le risposte devono essere sempre immediate, dove tutti sanno tutto, dove ogni cosa è accessibile e – in apparenza – lo è anche ogni persona, quanto può essere difficile gestire l’indeterminatezza dell’attesa, con tutte le sue incognite e variabili?

Chiusi in casa, senza poter svolgere le solite attività, spesso frenetiche, che ci portavano a dimenticarci un po’ di noi, di chi siamo, di cosa vogliamo, siamo costretti a stare fermi, e ad aspettare. Magari lontani da un amore, da un affetto familiare. Le settimane sembrano mesi, tutto ci appare incontenibile, diverso.È il momento giusto per riscoprire il libro, oppure il film, a scelta, che con maggiore intensità e delicatezza parla di questo tempo, quello dell’attesa, che non è perduto né sprecato, ma è esso stesso vita e sentimento d’amore: La ragazza di Bube.

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L’opera di Carlo Cassola nel 1959, tratta da una vicenda reale, racconta i difficili assestamenti sociali nell’Italia dell’immediato dopoguerra ed è uno dei più bei romanzi del 900 italiano, vincitore del prestigioso premio Strega nel 1960: esattamente come il film, che verrà girato tre anni dopo, racconta di Mara, ragazza di campagna sedicenne che si innamora del tenebroso partigiano Arturo, chiamato Bube, poco più grande di lei. Nel film del 1963, per la regia di Luigi Comencini, i due protagonisti saranno però due adulti: interpretati da Claudia Cardinale, al massimo della sua intensità e bellezza, e dell’attore statunitense di origine greca George Chakiris, premio Oscar 1961 per l’interpretazione in West Side Story.

 

Mara è una ragazza impaziente, gelosa, appassionata. Si innamora di Bube a prima vista, quel Bube che si comporta come se le volesse bene ma si dimentica sempre di dirglielo, e scompare e riappare continuamente, lasciandola ad aspettarlo. Poi un giorno, dalla bocca del ragazzo, avara di parole come di baci, Mara apprende che, in un momento di concitazione generale, ha compiuto un delitto: ha ammazzato un maresciallo dei carabinieri, ex fascista, e suo figlio. I partigiani avevano sacrificato vita e gioventù in nome di una liberazione assoluta da ogni fascismo, ma in poco tempo i vecchi poteri, cambiato nome e faccia, ritornano. Bube è stato un partigiano, è ancora un giustiziere ma si trova sulla pericolosa soglia di confine che separa un’uccisione in tempo di guerra dal delitto. La polizia lo cerca per arrestarlo. Mara, sempre più innamorata di Bube, col benestare del padre comunista e la disapprovazione della madre, che ha già perso un figlio partigiano, vorrebbe seguire il fidanzato ovunque. Lo vedrà partire per un periodo indeterminato, poi tornare, per essere arrestato alla frontiera e condannato a 14 anni di carcere. La protagonista, nel frattempo, è diventata una donna, vive e lavora in città, e ha conosciuto Stefano, un giovane tipografo e scrittore, bello e gentile, che la considera la sua anima gemella. Ma Mara – ed è qui l’incanto del film – come del libro – è e rimane, la ragazza di Bube. Ogni due settimane prende il treno per andare a trovarlo; per vederlo, anche solo per pochi minuti, e così farà per 14 anni.

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«È cattiva la gente che non ha provato dolore. Perché quando si prova il dolore, non si può più voler male a nessuno»

Nastro d’argento come migliore attrice protagonista a Claudia Cardinale, David di Donatello come migliore produttore a Franco Cristaldi, La ragazza di Bube è un film doloroso, ma non triste, come ama dire Mara riferendosi alla sua storia. L’attesa è difficile, ma non è mai triste, perché sempre implica la presenza della fiducia, della forza e della speranza.

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