C’è qualcosa di meglio di Nicolas Cage che ci spiega il significato delle parolacce? Ovviamente no ed è per questo che dovete vedere, per forza, questa serie Netflix
Storia delle parolacce è una serie Netflix, che ha come host un Nicolas Cage bon ton: insieme a ospiti ed esperti, l'attore ci conduce in un viaggio nella storia delle parolacce. Da dove nascono, qual è la loro evoluzione e come vengono utilizzate ai giorni nostri.
Nella versione originale della serie, che consta di 6 episodi, le parolacce portate in scena sono: fuck, shit, bitch, dick, pussy e damn. Parolacce talmente utilizzate e sentite che anche chi non è molto propenso all’inglese le conosce.
La produzione è a cura di Funny or Die, fondato “solo” da Will Ferrel e Adam McKay. Già da questa premessa, la cosa dovrebbe apparirvi interessante. In più Storia delle parolacce è una docu-serie e sappiamo che queste cose Netflix le fa bene. Ma non solo, le redini del programma vengono date in mano a chi usa le parolacce come un vero e proprio lavoro: Nicholas Cage. Signore e signori, abbiamo fatto Bingo!
Perchè raccontare la Storia delle parolacce
La serie tv ha il pregio non solo di parlare senza peli sulla lingua e di accendere i riflettori su parole considerate tabù, ma anche di raccontarci la storia di queste parole che per lo più nascono prive di significati offensivi. Ed è così che bitch deriva dalla parola che definisce l’esemplare femmina di cane e dick, invece, è il soprannome di Richard.
Un approfondimento originale, che non vuole mai fare la morale a nessuno, ma vuole solo restituirci un’attenta analisi di vocaboli che usiamo nel nostro quotidiano. E per approfondire al meglio in ogni puntata, vengono chiamati vari ospiti: comici come Sarah Silverman, Nick Offerman, Nikki Glaser, Patti Harrison; ma anche professori, studiosi, storici e lessicografi come Benjamin Bergen, autore del saggio What the F, e Melissa Mohr, autrice di Holy Sh*t: A Brief History of Swearing.

Una serie tv sul significato delle parolacce
History of Swear Words è una visione quindi delle parolacce a 360°, partendo dalla storia, ma senza tralasciare il riscontro sulla nostra storia sociale. Come per la parola bitch che, da pesante insulto rivolto alle donne, è diventato un urlo femminista per la rivendicazione del proprio corpo. Si parla anche del Codice Hays, che fino agli Sessanta vietava le parolacce al cinema e di come esse abbiano dilagato ugualmente.
A questo proposito il nostro host, Nicolas Cage, ci porta tra statistiche e conteggi degli attori che hanno pronunciato più parolacce nella loro carriera e in un film. Spoiler: no, al primo posto non c’è Nicolas Cage. Anche se nel primo episodio si esibisce in un fuck di svariati minuti che vale, da solo, tutta la visione della serie.

Impossibile non citare film e poculture quando si parla di slang culturale, ed è così che ci si addentra in film e canzoni: dalla ormai iconica Dick in a box dei Lonely Island e Justin Timberlake a Lizzo che, con la sua Truth Hurts, ci fa capire la differenza tra il semplice bitch e il “that bitch”.
L'imprecazione, lo sapete, ha inoltre valenza terapeutica. Secondo gli studiosi, tendiamo a usare le parolacce come una sorta di antidoto per percepire meno il dolore. Una catarsi che ci permette di resistere di più al malessere fisico e psicologico, nonchè di rilasciare le nostre emozioni. Quindi, non tenetevi tutto dentro: imprecate! È salutare, lo dice la scienza. E anche Nicolas Cage.