La vita di Icaro, soprannominato Zucchina, non è di quelle facili: è un ragazzino come tanti quando perde il padre e decide di dedicare tutte le sue attenzioni alla mamma, una donna fragile e alcolizzata. Un giorno Icaro trova una pistola in casa e, usandola come se fosse un giocattolo, fa partire un colpo che colpisce mortalmente la madre. Così i servizi sociali lo affidano a una casa famiglia dove conosce nuovi amici, in particolare la dolce Camille, e figure di rilievo come il poliziotto Raymond.
Un film d’animazione realizzato con la tecnica dello stopÂÂ-motion, diretto da Claude Barras e scritto da Celine Sciamma, tratto dal racconto omonimo di Gilles Paris, pubblicato in Italia nel 2008 con il titolo Autobiografia di una Zucchina. La scelta del frame by frame è sicuramente vincente: i pupazzi sono filmati fotogramma per fotogramma, rimodellati e riposizionati con cura estrema e necessaria a esprimere le profonde emozioni di questa storia. Artefice dell’animazione del film è Kim Keukeleire: un curriculum che include Fantastic Mr Fox di Wes Anderson e Frankenweenie di Tim Burton. I puppet usati per le riprese sono alti 25 cm, molto semplici graficamente: hanno grandi occhi espressivi che riescono a creare una naturale empatia riconducendo lo spettatore alla sua parte fanciullesca più intima.
Il racconto originale di Gille Paris è pensato per un pubblico adulto, mentre il film di Barras punta ai bambini: si concentra sul mondo interiore dei suoi personaggi, sui tempi giusti per i piccoli gesti, le espressioni del viso, i momenti di attesa. Molti aspetti del paesaggio e del tempo atmosferico rispecchiano gli stati d’animo dei protagonisti; anche la fotografia è molto delicata e c’è una perenne luce che sembra sbucare da un cielo terso, a raffigurare la speranza di un bambino. Oltre al tema della perdita dei genitori, il film affronta altri argomenti delicati come la pubertà e la scoperta del sesso; e lo fa interpretando perfettamente le impressioni di un ragazzino di nove anni e del turbinio di emozioni che vive.
Non mancano i momenti di divertimento, tutti condensati da una constante tenerezza che cattura lo spettatore. Bastano pochi minuti per essere rapiti dall’intensità di questo film che è sia classico che moderno, che fa piangere e fa ridere, che mostra quanto i bambini possano essere cattivi e di come invece possono unirsi e aiutarsi in modo assoluto. In questa epoca segnata da mega produzioni Pixar e 3D superdefiniti, utilizzare un simile sistema di animazione "artigianale" contribuisce alla naturale poesia di una storia difficile ma che viene trattata con un candore che appartiene solo ai bambini. Una lezione di umanità e di speranza che riesce a omaggiare e riqualificare le vite di quei ragazzi come Zucchina, che crescono negli orfanotrofi, abbattendo la normale consuetudine delle case famiglia intese come luoghi tristi e di abbandono.
Titolo originale: Ma vie de Courgette
Genere: Animazione
Paese, anno: Francia, Svizzera, Portogallo, 2016
Regia: Claude Barras
Sceneggiatura: Céline Sciamma, Germano Zullo, Claude Barras e Morgan Navarro
Fotografia: David Toutevoix
Interpreti: Gaspard Schlatter, Sixtine Murat, Paulin Jaccoud, Michel Vuillermoz, Raul Ribera
Musiche: Sophie Hunger
Produzione: Rita Productions, Blue Spirit Animation, Gébéka Films, KNM
Distribuzione: Teodora Film
Durata: 66'