La notte più lunga dell’anno è il primo lungometraggio di finzione del documentarista Simone Aleandri, proiettato fuori concorso al 39° Torino Film Festival. La vicenda si snoda completamente nell’arco di una notte, quella del solstizio di inverno, a Potenza, location quanto meno insolita per il cinema italiano.
Aleandri segue quattro diverse storie che non si sfioreranno mai fra loro ma avranno come unico punto di raccordo un benzinaio gestore di una stazione di servizio (Mimmo Mignemi), che vede scorrere davanti a sè traffico e vite che, un attimo dopo averle sfiorate, se ne vanno lontano.
I protagonisti delle varie storie narrate nel film sono eterogenei. C’è una cubista (Ambra Angiolini) che vive con un padre malato (Alessandro Haber) e che è arrivata a odiare il suo lavoro, sentendosi ormai vecchia e disgustata dall’ambiente delle discoteche. C’è un ragazzo (Luigi Fedele), che ha una relazione con una donna più grande, sposata (Anna Ammirati). C'è un politico (Massimo Popolizio) a cui sta per crollare addosso tutta la carriera, faticosamente costruita.
E, infine tre ventenni senza un futuro di fronte, che vagano per le strade di notte su un carro funebre dell’agenzia di pompe funebri di proprietà del padre di uno di loro. Tutti, intorno, hanno solo il buio e nessuna prospettiva di un futuro migliore. Vagano sospesi nella gelida notte d’inverno, dove non servono a mitigare le loro ansie e la loro disperazione le luminarie accese per il Natale alle porte.
Quello che emerge in La notte più lunga dell’anno, sceneggiato dallo stesso regista insieme a Cristina Borsatti e Andrea Di Consolo, è la profonda solitudine dei personaggi, i quali si ritrovano soli a osservare le prime livide luci dell’alba consapevoli dell’impossibilità ad avere un futuro migliore.
Si viene così a creare un quadro di insieme di tante vite che scorrono inesorabilmente verso il loro destino, senza che i loro possessori possano fare qualcosa per cambiarle, se non lasciarsi andare a sporadici, quanto inutili, gesti di rabbia.
Su tutto incombe la città di Potenza, fotografata di notte, spesso dall’alto, con le sue luci, gli svincoli impressionanti. Un paesaggio che sembra imprigionare i personaggi, impedirgli di fuggire dalla loro misera quotidianità. Una città che, per usare le parole del regista: «sembra nascondersi nelle sue stratificazioni di edifici pesanti, verticali, nel sali e scendi di strade sopraelevate, di infinite scale mobili e ponti desolati. Colpisce la sua immobilità, che sembra spezzata solo dal perpetuo movimento delle pale eoliche alimentate dal vento».
Un esordio non perfetto, forse macchiato da qualche eccesso di teatralità, ma che alla fine si rivela essere un’interessante proposta nel panorama del nuovo cinema italiano.
Genere: drammatico
Paese, anno: 2021
Regia: Simone Aleandri
Sceneggiatura: Simone Aleandri, Cristina Borsatti, Andrea Di Consolo
Fotografia: Vincenzo Carpineta
Montaggio: Alessio Doglione
Interpreti: Ambra Angiolini, Alessandro Haber, Massimo Popolizio, Anna Ammirati, Massimo De Francovich, Francesco Di Napoli, Luigi Fedele, Mimmo Mignemi, Aglaia Mora, Antonio Petrocelli
Musiche: Riccardo Cimino
Produzione: Clipper Media, Rai Cinema, Sky Cinema, Vision Distribution
Distribuzione: Vision Distribution
Durata: 91'
Data di uscita: 27 gennaio 2022