Proprio mentre sugli schermi è appena passata la Saab di Drive my car, ecco arrivare la Pacer (sempre rossa) di Stringimi forte, ultimo lavoro di un volto noto del cinema francese: Mathieu Amalric.
Stavolta è una donna a guidare senza meta per lasciarsi alle spalle un dolore: «Ricominciamo», si ripete Clarisse dopo aver mescolato i ricordi delle polaroid come un mazzo di carte, perché l’ultimo giro non è stato buono per niente.
E così mentre lei fugge, a casa il marito bada come può ai due figli che lo accusano di aver “buttato via” la mamma; eppure un filo sembra continuare a tenerli tutti uniti mentre i monologhi diventano dialoghi a distanza.
È bravo Amalric a partire da un’opera teatrale (Je revien de loin di Claudine Galea) per tracciarne un percorso cinematografico: il film lascia aperte più piste, ma poi segnala sempre quando ci si sta per perdere.
Tanto che all’inizio sembrano funzionare un po' le regole di Se mi lasci ti cancello, dove i ricordi si confondono con il piano della realtà: «Come vuoi, sei tu che decidi», dice a Clarisse il collega del marito, quando lei scopre che ha lasciato il posto e si è rifatto una vita. Ma proprio quando ci sembra di aver indovinato la strada, ecco di nuovo un segnale che ci rimanda indietro: «Non sono io ad essermene andata».
Thriller della disperazione e road movie dell’inconscio, Stringimi forte è fatto di panorami emotivi congelati, all’interno dei quali si inseguono i sui personaggi (gli stessi di quelle polaroid, dalle quali si parte e si arriva).
Amalric ne scopre le dinamiche un po' alla volta, pure a se stesso, indovinando puntualmente le scelte di regia. A partire dal cast, prima fra tutti Vicky Krieps (appena vista Sull’isola di Bergman e qui di nuovo in una parte tutta giocata sullo spaesamento del personaggio), fino alla colonna sonora (il pianoforte, che continua a suonare anche quando la bambina smette, o che diventa martellante nell’incubo finale).
Un film gelido, invernale, ma allo stesso tempo intimo, nelle luci come nelle musiche. Amalric segue quel filo, che teneva tutti dall’inizio, senza perdersi mai: alla fine i conti tornano e niente ritorna. Peccato che a volte giri un po' in tondo e altre si faccia prendere la mano, come in certi fortissimo: qualche esasperazione – anche stilistica - di certo cinema d’essai, recente (come quello di Jacques Audiard) o più datato (lo stesso Amalric ha lavorato in passato con Resnais o Téchiné). Piacerà a un pubblico già in sintonia, gli altri faticheranno di più.
Genere: drammatico
Titolo originale: Serre moi fort
Paese, anno: Francia, 2021
Regia: Mathieu Amalric
Sceneggiatura: Mathieu Amalric
Fotografia: Christophe Beaucarne
Montaggio: François Gedigier
Interpreti: Anne-Sophie Bowen-Chatet, Arieh Worthalter, Aurèle Grzesik, Juliette Benveniste, Sacha Ardilly, Vicky Krieps
Produzione: Les Films du Poisson
Distribuzione: Movies Inspired
Durata: 97'
Data di uscita: 03/02/2022